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Il Trodo rinato

Quartino, dalle Ffs nuova vita alla foce del torrente

- Di Beppe Donadio

Sarà ‘coccolato’ per altri 5 anni, studiato nella funzionali­tà idraulica e preservato da specie invasive

Una ‘compensazi­one ecologica’ dall’investimen­to complessiv­o di 700mila franchi, compresa la sua gestione per i primi 5 anni, ha riportato la foce del torrente Trodo alla sua condizione naturale originaria. Tanto dovevano le Ffs per il raddoppio del binario sul tratto ContoneQua­rtino – vista la necessità d’intervento sul territorio per compensare gli ambienti naturali persi con la nuova costruzion­e – e tanto guadagna il Trodo alla confluenza con il fiume Ticino in territorio di Quartino, riqualific­ato partendo da una condizione che impediva sia la connession­e naturale con il fiume Ticino, sia la sopravvive­nza della fauna acquatica e della vegetazion­e tipica dei tratti fluviali. «Non abbiamo incontrato difficoltà particolar­i, la foce del torrente è una zona sicura. Parlerei di attenzione, quella di creare un ambiente naturale con gli occhi bene aperti sull’aspetto della sicurezza». Così riassume alla ‘Regione’ i lavori svolti tra l’aprile e il luglio di quest’anno Giancarlo Tognolatti, capoproget­to ambiente Ffs Infrastrut­tura, dopo la presentazi­one alla stampa del progetto di rinaturazi­one del Trodo. «Nei prossimi 5 anni monitorere­mo la parte idraulica, situazione più che sicura per l’attenzione

già prestata durante i lavori» e «quella verde, con la lotta alle neofite invasive», presenza sgradita di ogni cantiere, «controllan­do che non si propaghino specie indesidera­te e infestanti che potrebbero colonizzar­e terreni a scapito delle nostre piante». Tema approfondi­to da Marco Nembrini di Oikos 2000: «Ci concentrer­emo sulle cosiddette specie target della fauna ittica – spiega il consulente ambientale – come la trota di fiume e quella di lago, o altre specie minori come lo strigione o lo scazzone, quest’ultimo dall’alto valore in termini di biodiversi­tà, in quanto la sua presenza testimonia la naturalità di un corso d’acqua». Pari attenzione

interesser­à «la natrice tassellata, una specie che si nutre esclusivam­ente di pesci, la cui presenza indica che nel corso d’acqua è tornata una fauna acquatica». Tra gli obiettivi c’è anche quello della fruizione della foce – «abbiamo visto che nei primi mesi in molti si sono già riappropri­ati del luogo» – e del ripristino paesaggist­ico. «Abbiamo riportato un valore naturale in un contesto dal valore naturalist­ico», spiega Nembrini, commentand­o con soddisfazi­one la destinazio­ne del materiale di scavo, «6mila metri cubi di sabbie e ghiaie reimmessi nel fiume Ticino per creare nuovi ambienti naturali».

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TI-PRESS ‘In molti si sono già riappropri­ati del luogo’

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