E a Balerna la Sinistra chiede misure puntuali
Un pacchetto di misure che metta d’accordo la politica migratoria con le aspettative della popolazione locale (senza sottovalutare i suoi timori). La Sinistra di Balerna non ha dubbi: prima di aprire le porte del Centro d’asilo in formato provvisorio a Pasture – lì al confine tra Balerna e Novazzano –, orizzonte 2019, servono dei provvedimenti di accompagnamento. La sua è una richiesta rivolta a tutti i livelli istituzionali: comunali, cantonale e federali. Un’idea da dove partire, il gruppo, del resto, ce l’ha. Tanto da aver stilato un elenco e aver interrogato in tal senso il Municipio balernitano, sollecitato a far da ambasciatore presso la Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Undici i temi allineati e proposti come un “punto di partenza costruttivo alla discussione e alle esigenze degli abitanti del distretto”. E ciò senza dimenticare la coerenza: come nel resto della Svizzera, si ricorda, nel 2016 anche la maggioranza dei cittadini di Balerna, Novazzano e Chiasso ha votato a favore della nuova Legge sull’asilo. E allora, esorta La Sinistra, occorre cominciare con l’incontrare la popolazione, e con “frequenza mensile”, almeno all’inizio; immaginando altresì di promuovere una giornata di porte aperte al Centro “entro i primi sei mesi”. Uno scambio con il territorio che potrà avvenire pure tramite una ‘hotline’, già nei piani della Sem e che potrebbe avere un punto di forza nel Gruppo di accompagnamento. Gruppo che negli auspici dei socialisti potrebbe fungere da “coordinamento” tra la Sem, il Centro, i Municipi, le forze dell’ordine e altre autorità. Un altro punto cardine è rappresentato dalla sicurezza, interna ed esterna. E qui la Sinistra suggerisce di individuare priorità di intervento e aree sensibili sul terreno, prospettando la possibilità di contare su “un certo numero di pattuglie” di una società di sorveglianza messe a disposizione dalla Sem e coordinate con le forze di polizia. Non sarà, però, da trascurare, insiste l’interrogazione, neppure la relazione con i migranti. Quindi l’organizzazione di lavori di pubblica utilità e un’istruzione su “costumi, usanze e comportamenti da tenersi nel nostro distretto”, oltre che l’insegnamento della lingua italiana.