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Cereda: ‘Oggi non eravamo pronti a soffrire’

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Ambrì – «Tutto è cominciato nel primo tempo, in cui abbiamo dormito: è vero, abbiamo avuto 5 o 6 minuti in cui abbiamo lavorato meglio, ma non abbiamo certo giocato come a Davos. È stato questo il più grande problema». Parola di Fabio Hofer, che è principalm­ente insoddisfa­tto per l’attitudine messa in pista. «Sì, è vero che, in fondo, alla prima pausa, eravamo in svantaggio solo per 2-1, ma quelle due reti non avremmo mai dovuto incassarle. Quando giochiamo in casa dobbiamo fare il nostro gioco, dobbiamo lottare come ci chiede l’allenatore. E stavolta non l’abbiamo fatto». Gli fa eco Isacco Dotti. «Non siamo entrati in pista con la giusta umiltà – dice il venticinqu­enne difensore ticinese –. Ed è difficile dire perché sia successo, ma invece di fare girare noi il disco, abbiamo subito il loro gioco». Neppure il premio di migliore dei suoi gli basta come consolazio­ne. «Senz’altro mi fa piacere – dice –, ma avrei preferito i tre punti». Luca Cereda, invece, la serata la legge così. «È vero che di fronte avevamo un avversario forte, ma per noi ogni partita è così – spiega il coach –. Dobbiamo lottare per sessanta minuti, sennò non abbiamo chance. E stavolta non eravamo pronti a soffrire». Alla fine è stata una vera e propria lezione. «Ed è da lezioni come questa che dobbiamo imparare, per crescere come gruppo e diventare più forti». K.W.

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