‘Il violino mi teneva compagnia’
Dall’orchestra giovanile di Claudio Abbado alle sale da concerto di tutto il mondo, passando per la Linea 6 del metrò parigino: incontriamo Renaud Capuçon, violinista e direttore d’orchestra ospite lunedì delle Settimane musicali di Ascona
Il cappello calato sulla testa con un tocco di ostentata nonchalance, lo sguardo assorto e la purezza del canto violinistico sull’aria più palpitante dall’Orfeo ed Euridice di Gluck, riportata al suo splendore fra le corde di un prezioso Stradivari. Non è riuscito qualche anno fa il già celebre violinista francese Renaud Capuçon a scuotere l’indifferenza dei passanti sotto la Linea 6 del metrò parigino. Ignari (e pure poco generosi, quanto a spiccioli) da come appaiono nel film di Simon Lelouch, che sembra un atto di denuncia contro la solitudine d’ascolto e la disaffezione nel mondo quotidiano. Qualcosa di diverso per fortuna accadrà lunedì 1° ottobre alle Settimane musicali di Ascona, quando Capuçon è atteso come solista e direttore della Mahler Chamber Orchestra in un programma intrigante che spazia dal Mozart apollineo della Sinfonia concertante K 364 e dell’Adagio e Fuga per archi, fino alla Sinfonia da camera op.110a di Shostakovich e alla Cantata “Ich habe genug” di Bach. Parliamo di questa data con lui, di cui peraltro sta per uscire a giorni un suggestivo cd per la Erato, dedicato alle musiche da film.
Maestro Capuçon, ormai l’alternanza tra il ruolo di solista e quello di direttore per lei è diventata normale.
Sì, anche stavolta mi sono ritagliato un ruolo da solista nella ‘Concertante’ di Mozart (assieme alla viola di Béatrice Muthelet, grande amica che conosco da anni) costruendoci attorno il resto del programma. Il passaggio dall’archetto alla bacchetta d’orchestra l’ho sempre vissuto come un momento molto naturale. Persino quando ero spalla nell’orchestra giovanile di Abbado sapevo che un giorno avrei voluto dirigere: ho aspettato a lungo, ma poi è arrivato il momento giusto. C’è sempre tanto da imparare, ma sento di avere le idee giuste per continuare questa bella avventura.
L’esperienza con Abbado è stata determinante?
È stata fantastica. Ho iniziato da Konzertmeister con lui nel ’97, apprendendo tante cose da lui come dai direttori che arrivavano come Ozawa, Moest e Bychkov. Ma le cose più preziose ricevute da Claudio sono state la sua libertà esecutiva in concerto, la pienezza del risultato sonoro e la gioia del Musikzusammen, il far musica insieme.
Per anni tra le innumerevoli vittorie dei concorsi, il suo nome appariva spesso assieme al fratello Gautier.
Sì, lui suona il violoncello e facciamo musica da quando siamo bambini. Ovvio che il legame di sangue, la complicità tra noi due rappresentino molto. Abbiamo fatto insieme duetti, trii, quartetti, quintetti, poi ad un certo punto ci siamo concessi una pausa. Adesso è venuto il momento di ricominciare, anche per- ché quando siamo insieme viene fuori un mix davvero speciale: a breve registreremo un disco con i Trii di Beethoven.
Il prossimo disco in uscita è dedicato al grande schermo.
La musica da film è davvero sublime e nel corso di un secolo ha attirato davvero i più grandi compositori. Il disco si chiama ‘Cinéma’ e contiene tante suggestioni
da Nino Rota a James Horner, dal Morricone di Mission al tema struggente di John Williams da ‘Schindler’s List’.
Tra un po’ saranno 40 anni che imbraccia il violino.
Sì, ho iniziato quando ne avevo 4 (oggi ne ho 42) ma ho avuto un’infanzia molto semplice e normale. Il violino mi teneva compagnia, senza opprimermi troppo.
Il debutto di Tobias Feldman
Prima di Capuçon, le Settimane musicali di Ascona ospitano – sabato alle 11 alla Sopracenerina di Locarno per la serie Serie Début – il giovane Tobias Feldman che proporrà un récital con musiche di Bach (le Partite numero 2, che contiene la famosa Ciaccona, e 3) e di Eugène Ysaÿe. Info: