Lugano, è l’ora del rilancio
Dopo quindici giorni di lavoro con Celestini i bianconeri tornano in campo per affrontare il San Gallo
A sei punti dal secondo posto, ma anche a uno solo dalla retrocessione. Il futuro prossimo del Lugano, in una classifica estremamente volubile alle spalle di uno Young Boys inarrivabile, rimane tutto da scrivere. Domani a Cornaredo la nuova squadra di Fabio Celestini è chiamata a ritrovare un successo che manca dal 1° settembre (1-0 allo Zurigo). E lo dovrà fare contro il San Gallo, avversario delicato per il suo potenziale, come pure per le polemiche scoppiate dopo il fallo di Fabio Daprelà ai danni di Cédric Itten nella sfida del 23 settembre. Daprelà che sarà a disposizione del tecnico vodese, in quanto la notifica della squalifica dovrebbe giungere in sede soltanto settimana prossima... «Quello di Fabio è uno dei problemi con i quali siamo attualmente confrontati – afferma il tecnico ex centrocampista della Nazionale –. Dovremo senza dubbio tenere in considerazione il fatto di giocare proprio contro il San Gallo. Per Fabio si tratta di un momento difficile, lui è un ragazzo che si basa molto sull’aggressività e togliergli questa caratteristica limita in ampia parte la sua capacità di incidere sulla partita. Dobbiamo capire come sta a livello mentale, perché dopo la campagna negativa portata avanti nei suoi confronti ci sta che possa risentirne a livello psicologico». La presenza del difensore centrale sarebbe oltremodo importante in considerazione della squalifica di Yao e degli infortuni di Mihajlovic e Maric, entrambi tornati a lavorare con il gruppo, ma verosimilmente non ancora al meglio... «Dovremo capire se rischiarli tutti sin dal primo minuto o se gestirli sull’arco dei 90’».
Tra i possibili rientri potrebbe esserci anche quello di Mario Piccinocchi... «Una sua eventuale convivenza con Covilo dipenderà molto dal modulo scelto per la partita. La compatibilità la vedremo sul campo, per me la priorità è di recuperare una rosa integra. Al momento abbiamo giocatori che viaggiano a velocità diverse e pure Mario, dopo due mesi di stop, non può certo essere al meglio. Insomma, le situazioni da valutare sono molte». Nelle due settimane trascorse dalla sconfitta con il Grasshopper, il nuovo tecnico bianconero ha avuto modo di conoscere meglio la rosa a sua disposizione...
«Assolutamente. Molti ragazzi li conoscevo già per averci giocato contro. Sono un tecnico che si impegna molto dal profilo umano e nei giorni scorsi mi sono riproposto di avere un contatto diretto con ognuno per capirne il carattere e individuare quali tasti pigiare affinché dia il meglio. Lavorare sul mentale dei singoli è importante, perché dopo la sconfitta con il Gc si era posto l’accento sulla mancanza di cattiveria, determinazione, entusiasmo, personalità. Se queste prerogative vengono meno diventa difficile fare risultato, con qualsiasi modulo e qualsiasi rosa». Il presidente Renzetti ha più volte
affermato che questa è una squadra da primi quattro posti... «A fine stagione vedremo chi è stato più bravo. Fare proclami ora conta poco. Determinanti non saranno soltanto gli aspetti tecnici, ma soprattutto lo spirito del gruppo. In Svizzera c’è una squadra che domina – prima il Basilea e ora lo Young Boys –, alle spalle della quale la differenza fra Europa e retrocessione è soltanto questione di due o tre partite. Ci sta che questo gruppo possa ambire al 4° posto, ma altre 7 o 8 squadre la pensano esattamente allo stesso modo. Alla fine sarà solo questione di dettagli». Due parole anche su Mattia Bottani e sulla possibilità che un giorno diventi un vero leader... «Sapevo che era bravo, adesso lo considero bravissimo. Si muove tra le linee in modo eccezionale, può rientrare anche a centrocampo, quando verticalizza palla al piede è molto forte, si gira in mezzo secondo con un controllo orientato che gli permette di andar via pure senza dribbling. Non lo conosco a sufficienza per sapere cosa gli manca per diventare un leader, ma alla luce delle sue doti ritengo sia soltanto una questione mentale e di fiducia. E in quest’ambito il lavoro di un allenatore può essere molto importante...».