Migranti e sicurezza, questione di percezione
L’Osservatorio giuridico di Como tira le somme. Un migliaio i casi a buon fine.
Il convegno dell’Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti di Como che si è tenuto nel fine settimana nel capoluogo lariano non solo ha fornito i dati del suo operato, ma in due interventi di peso ha pure spazzato via molti luoghi comuni sugli stranieri, alimentati da coloro che per raccogliere consenso seminano paura a piene mani. Nicola Piacente, capo della Procura di Como, ha fatto notare che «se ci riferiamo al numero di reati commessi sul territorio, i migranti non rappresentano un’emergenza. Se, invece, consideriamo la percezione, allora il discorso cambia. Solo che spesso la percezione proviene da pregiudizi di natura culturale. Sul nostro territorio le istituzioni hanno affrontato in modo egregio i reati spesso collegati alla irregolarità e alla marginalità». I dati degli inquirenti stanno a dimostrare che a commettere i reati che maggiormente contribuiscono ad alimentare l’insicurezza (come i furti) sono autori europei. Ancora più esplicito l’intervento di Maria Luisa Lo Gatto, giudice delle indagini preliminari al Tribunale di Como: «Quando la popolazione carceraria era rappresentata da detenuti per reati di criminalità, come omicidi, sequestri di persona, corruzione, si assestava a 26mila. Con la legge sugli stupefacenti e la criminalizzazione degli stranieri abbiamo assistito a un incremento di detenuti, arrivati a essere oltre 66mila. Succede così al Bassone. Molti detenuti sono finiti in galera per violazione dell’ordine di espulsione. La scelta è stata chiara: scaricare tutti i problemi sulle persone più deboli della catena e trasformarle in capri espiatori». L’Osservatorio, costituito da una dozzina di avvocati, ha tre obiettivi: dare un supporto giuridico concreto ai migranti in arrivo in riva al Lario, con particolare attenzione ai migranti minorenni non accompagnati (grazie alla collaborazione con avvocati ticinesi ci sono stati ricongiungimenti familiari); aiutare e formare i volontari; ed essere una sorta di collante tra il mondo del volontariato e le istituzioni. Nel corso dei due anni l’attività più consistente ha riguardato lo sportello di assistenza legale: far conoscere ai migranti quali sono i loro diritti. Un migliaio i casi seguiti e andati a buon fine. Anche nel corso del convegno è stato sottolineato come la chiusura del campo governativo di via Regina Teodolinda a Como ha aggravato il problema dei senza tetto, anche in considerazione del fatto che, seppure con numeri ridimensionati, i respingimenti dal Ticino continuano.