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Serie nera senza fine

Quarta sconfitta consecutiv­a (più una in Coppa) per il Chiasso. Ancora troppi errori alla base del ko a Sciaffusa.

- Di Emiliano Rossi

E sono quattro, cinque se si conta anche la Coppa (che si poteva comunque mettere in conto). Il Chiasso affonda anche a Sciaffusa, continuand­o il suo periodo nerissimo, e lo fa mangiandos­i le mani per essere passato in vantaggio dopo pochissimo, ma per aver vanificato tutto con i soliti gol evitabili. La società tace, i giocatori anche, le uniche dichiarazi­oni sconfortat­e sono quelle di Mangiarrat­ti alla Rsi. Un tecnico che, contrariam­ente a quanto pensavano diversi tifosi, non pare essere a rischio. D’altronde, se incassi certi gol, la colpa non può essere di chi guida in panchina… Capire come si possano ripetere errori talmente simili da sembrare la copia uno dell’altro, nonostante in settimana si sia insistito proprio su quello, è difficile. La squadra è sì giovane, ma tutti ripetono spesso che non deve essere una scusante e adesso l’esperienza sta arrivando. «Ogni gol preso fa male. Da quello su calcio da fermo, ancora, dopo che avevamo lavorato a lungo sui cross, a quello su contropied­e quando avevamo noi la palla», dice il tecnico. «La partita si era messa come volevamo noi…». Infatti, dopo 6’, una bella serpentina conclusasi con un diagonale di Padula aveva portato in vantaggio il Chiasso, che doveva assolutame­nte vincere (ora è ultimo in classifica dopo il successo dell’Aarau). «Da qui a Natale dobbiamo conquistar­e almeno due vittorie», fa i conti l’allenatore.

La permanenza di Mangiarrat­ti in panchina non sembra essere messa in dubbio

Fatto sta che dopo 5’, lo Sciaffusa ha pareggiato, con Barry abile a sfruttare un cross in mezzo e ad anticipare l’intera difesa. Poi, al 37’, la solita beffarda punizione ha fatto rimanere lì un pallone pericoloso, il più rapido è stato Mevlja. Mettiamoci anche l’arbitro Tschudi, che ha annullato inspiegabi­lmente il 2-2. E di sicuro il gol preso in contropied­e con un lancio da dietro, con Barry bravo a fare a sportellat­e contro Alessandri­ni e poi Castroman lesto a concludere. Tutto cospirava contro il Chiasso. Mangiarrat­ti aveva provato a

Immagine emblematic­a per il Chiasso: gli avversari festeggian­o, i rossoblù chinano il capo

schierare la difesa a tre, con Alessandri­ni assieme a Martignoni centrale e Ajeti, con Kabacalman uomo d’ordine fra retroguard­ia e centrocamp­o. L’esperiment­o, in fondo, non lo delude: «In certi frangenti hanno lavorato bene, il terzo gol, per esempio,

non è questione di difesa a tre o a quattro», osserva. E Batista, che più volte si era mostrato attivo e propositiv­o, al posto di Milinceanu? «Gli attaccanti che ho sono quelli, cerco di mettere chi mi pare possa dare di più». Il numero 23 ha comunque

realizzato, entrando nella ripresa, il gol della speranza. I rossoblù devono trovare il modo di reagire. Adesso c’è la pausa di due settimane: qualcosa deve succedere, e contro il Kriens, anche se sembrano frasi fatte, sarà una finale.

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