Zampata letale della Sam
Primo derby stagionale alla Sam, come da pronostico, grazie a un poderoso finale. Tigers presi... per sfinimento.
Davanti a 500 spettatori, lo spettacolo c’è stato per 40’, ma per 32’ i bianconeri hanno giocato alla pari: 25-26 nel primo quarto, 47-44 nel secondo, 68-66 all’ultima pausa. Poi la Sam ha fatto la differenza con i suoi quattro stranieri, e con Aw, Martino, Magnani, Grüninger e Tutonda. Troppo, per gli avversari: basti pensare che il trio Green, Pollard e Berry è stato in campo 40’, tanto che nell’ultimo quarto non ha dato quanto offerto per tre quarti di gara. Le cifre nel basket non tradiscono quasi mai: la Sam ha realizzato 26 punti su secondo o terzo tiro, ha dominato con 15 rimbalzi offensivi e 27 difensivi contro i 6 e i 19 dei bianconeri. Sta qui la differenza sostanziale, quella che ha portato i due punti ai ragazzi di Gubitosa. Una partita che ha visto subito il Lugano schizzare avanti 6-0. Un 8-0 con le triple di Sinclair e Moore ha ribaltato il vantaggio ma il Lugano è ritornato a galla con 8 punti consecutivi di un inatteso Wilbourn, 19-16 al 7’. Ancora Sinclair a ricucire, prima di andare alla pausa (25-26). Secondo quarto in equilibrio, 3132 al 3’, 35-34 al 5’, un ritrovato Bracelli fa 2/2, ma si è sul 38-38 al 7’: e quando i bianconeri scappano avanti di 4 con Green, il solito Sinclair da 3 ricuciva, prima che ancora Green firmasse il +3 alla pausa lunga: 47-44. Nel terzo quarto la Sam è a –8, 54-46 al 3’. Ci pensano Magnani e Moore, con due triple a ridurre, ma Pollard ribatte e si va sul 6052 al 5’. Ancora Magnani da 3 e 4 punti di Aw, dopo gli ennesimi rimbalzi offensivi, a mettere la Sam a –2 all’ultima pausa: 68-66. L’ultimo vantaggio bianconero è sul 69-68 al 2’. Poi due triple, del solito Sinclair e di Grüninger, spianano la via verso la vittoria: il 69-74 al 3’ è già un segnale evi-
La squadra di Gubitosa è uscita alla distanza
dente: il Lugano non ha più lucidità, perde palloni malamente, si disunisce: al 5’ però ha un ultimo sussulto quando Green mette la tripla del –2, 72-74. È il canto del cigno perché ancora Sinclair firma 6 punti e quando schiaccia il +10, 74-84 a poco più di 2’ dalla sirena, è game over. La Sam ha messo bene a frutto la sua potenza sotto le plance, ha tagliato fuori Berry dai tabelloni e ha messo la museruola al resto della truppa negli ultimi minuti: l’8-23, il parziale dell’ultimo quarto, è eloquente. Inoltre, altra cifra da considerare, anzi, forse la cifra da considerare, è che gli ospiti hanno avuto 26
punti dalla panchina, il Lugano 6. Su tutti l’accoppiata Aw, 21 punti e 14 rimbalzi, e Sinclair, 24 punti e 7 assist, anche se tutti hanno fatto la loro parte. Nel Lugano Green e Pollard, con un Wilburn mai visto, capace di mettere 15 punti, con Berry fermo a 8 punti ma 10 rimbalzi: troppo poco per vincere. Un Lugano con la coperta corta, insomma, che non ha potuto nemmeno caricarsi di falli, difendendo con maggiore aggressività, per non rischiare ulteriormente. Parola a Gubitosa, il coach vincente: «Sapevamo di dover temere la velocità del Lugano, e infatti l’abbiamo sofferta a lungo. Poi, però, i cambi e la difesa nell’ultimo quarto ci hanno permesso di fare la differenza. Tre vittorie esterne su tre campi difficili con Friburgo, Monthey e Lugano sono una bella sensazione. Adesso impariamo a vincere in casa». Petitpierre non è scontento: «Non piace a nessuno perdere ma, onestamente, ai miei ragazzi non potevo chiedere di più. Hanno dato tutto ed era logico che ci potesse essere un calo. La loro stazza ci ha penalizzato, è ovvio. I cambi? Non ho giocatori ancora pronti per certe sfide e non potevo gettarli allo sbaraglio. Siamo stati in partita 35’ contro una signora squadra e abbiamo fatto vedere cose interessanti. Spero che sia un segnale importante anche per i nostri tifosi che oggi ci hanno sostenuto alla grande».
Il Riva cede all’Elfic
Il Riva, senza Augugliaro e Gervasoni, nulla ha potuto contro l’Elfic Friburgo. Per metà gara le ticinesi hanno potuto contenere almeno un po’ le avversarie, ma nel secondo tempo le friburghesi hanno infierito senza pietà sul giovane gruppo di Montini chiudendo con quasi 50 punti di margine.