‘Tecnici da sensibilizzare’
Livio Bordoli: ‘Cerchiamo di coinvolgere prima di tutto gli allenatori. E ricordiamoci che senza arbitro non si gioca’.
Le polemiche legate ai terreni da gioco ticinesi riprendono. Dopo la sospensione della partita di Terza Lega Ravecchia-Moesa, la Federazione ticinese calcio ha infatti indetto una conferenza stampa per tornare sul tema degli arbitraggi. Il quadro che emerge è quello di una situazione tesa: da un lato le lamentele costanti sull’operato dei fischietti, portate avanti dalle società sportive che reclamano, elencando gli sbagli a loro sfavore e criticando l’operato degli arbitri. Dall’altro le stesse società che rifiutano quasi in toto qualsiasi incontro proposto dalla Ftc per discutere assieme la questione che torna regolarmente d’attualità. Il risultato è che i direttori di gara delle varie leghe si ritrovano spesso, già da adolescenti, a dover gestire situazioni di forte stress a causa di calciatori, allenatori o tifosi ostili. Non è semplice stabilire chi abbia le maggiori responsabilità per i fatti capitati negli ultimi mesi e neppure trovare la strada giusta per invertire la rotta. «Noi, da parte nostra, cerchiamo prima di tutto di sensibilizzare gli allenatori – spiega Livio Bordoli, responsabile regionale della Sezione tecnica –. Il nostro è un lavoro di formazione. Non possiamo limitarci a fornire ai coach un elenco con i nomi dei ragazzi tesserati e basta. Dobbiamo insistere sull’aspetto della formazione e sensibilizzarli sulle situazioni che potrebbero trovarsi a gestire nel corso delle partite». Il problema non è circoscritto soltanto agli attori sul rettangolo di gioco e in panchina, ma anche a quelli a bordo campo. «Sicuramente. Mi è già capitato di assistere ad atteggiamenti inadeguati da parte degli spettatori – prosegue Bordoli –. Gli allenatori e i dirigenti devono entrare nell’ottica che tutto ciò che accade durante le partite delle rispettive squadre è legato direttamente alla loro figura, e che quindi non possono ignorarlo». Il calcio è uno sport diffuso e molto popolare. Dato che tanti l’hanno praticato, da giovani o a livello amatoriale, in molti sono convinti di conoscere perfettamente questa disciplina. «E ci sono quelli che spingono eccessivamente i figli ad ottenere dei risultati proprio perché loro stessi da giovani non sono riusciti a sfondare. A volte ho quasi l’impressione che senza adulti al campo i ragazzini si divertirebbero di più, senza pressione e dimenticandosi perfino del risultato finale. Chiunque vuole vincere, sia che si competa per la Champions League sia per il campionato di Quinta Lega. È normale. Ed è giusto. Io non voglio certo abolire le emozioni, che sono parte integrante di questo sport. Ma non bisogna dimenticarsi che la cosa più importante è divertirsi», conclude Bordoli. La Ftc, da parte sua, ha già fatto sapere che non verrà indetto nessuno sciopero della classe arbitrale quale misura per protestare contro l’ennesimo episodio che ha visto coinvolto un arbitro. Il motivo? Un’iniziativa del genere, secondo la federazione regionale, avrebbe un impatto importante nell’immediato, ma non sortirebbe particolari effetti sul lungo periodo.