Unia: ‘Vergognosa la campagna di Plein’ Mizar senza Cardiocentro
“Vergognosa, insopportabile e inaccettabile”: così, il sindacalista e segretario cantonale di Unia Giorgio Gargantini ha definito ieri la campagna pubblicitaria ideata dallo stilista Philipp Plein in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Una campagna discutibile su cui non sono mancate le critiche. Tanto che anche la Città di Milano ha fatto rimuovere un cartellone allestito in un negozio del marchio in corso di Porta Venezia. L’immagine aveva suscitato commenti ed espressioni di sdegno sui social ed è stata criticata anche dal sindaco milanese Giuseppe Sala come “un esempio da non seguire”. Insomma, le trovate dello stilista tedesco insediatosi nel quartiere di Cassarate a Lugano sono nuovamente balzate agli onori della cronaca, guarda caso proprio nel fine settimana del Black friday e della Giornata indetta contro la violenza sulle donne. La sua campagna è stata giudicata offensiva e senza riguardo. Nelle immagini compare in effetti una donna, come al solito poco vestita, uccisa da un “killer dei prezzi” e uno slogan quantomai inopportuno che recita “Uccidiamo con i prezzi migliori”. La campagna è stata rilanciata dallo stesso Philipp Plein sul suo profilo Instagram con un altro slogan: “L’amore che ferisce fa stare così bene”. Ieri, il segretario cantonale di Unia ha puntato il dito contro Plein richiamando lo stilista al rispetto delle leggi in vigore e alla dignità delle persone. Non è la prima volta che campagne pubblicitarie (non solo quelle di Plein) finiscono nel mirino delle critiche e non sarà l’ultima visto che le polemiche ne alimentano la diffusione. Il Cardiocentro è fuori dall’operazione Mizar: lo ha messo nero su bianco la Città di Lugano nella lettera inviata nei giorni scorsi al proprietario dello stabile di Molino Nuovo, l’assicurazione Swiss Life. L’ospedale del cuore non verserà i cinque milioni di franchi che aveva garantito per il progetto, un’operazione immobiliare da 48 milioni per realizzare a Lugano un polo della ricerca biomedica. La notizia è stata pubblicata nell’edizione di ieri del settimanale ‘Il Caffè’. L’ambizioso progetto ha dunque subito un “riorientamento”agli occhi del Municipio. Ed è confermata l’entrata in scena dell’Università della svizzera italiana (Usi) che dovrebbe colmare il vuoto lasciato dal Cardiocentro. Dal canto suo, l’Usi ha proposto di occuparsi della governance, perché non vuole rinunciare al progetto assieme alla Città e all’Eoc. Nel contempo, è emerso anche il coinvolgimento, per un altro genere di progetto, della società immobiliare Artisa, che ha ribadito al settimanale di non essere interessata a investire nel polo di ricerca biomedica.