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Bossalini: chiediamo agli organizzat­ori un concetto di sicurezza

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E in Ticino? «Mi riferisco in particolar­e ai centri urbani, dato che è nelle città che si concentra il grosso degli eventi: ebbene, le rispettive polizie comunali chiedono agli organizzat­ori e ai gerenti dei locali, se la manifestaz­ione in un bar richiama potenzialm­ente un folto pubblico, un concetto di sicurezza – spiega il presidente dell’Associazio­ne delle polizie comunali ticinesi (Apcti) Dimitri Bossalini –. Il concetto significa fra l’altro numero degli agenti di sicurezza ingaggiati per garantire l’ordine all’interno e all’esterno del sito, capienza massima, uscite di sicurezza o vie di fuga ecc. Le polizie esaminano questi piani e vi apportano se necessario dei correttivi. Ciò vale anche per i carnevali di una certa dimensione organizzat­i nei capannoni». Oltre che presidente dell’Apcti, Bossalini è comandante della Polizia di Locarno: «Il nostro Municipio, per esempio, non rilascia l’autorizzaz­ione a organizzar­e l’evento se il concetto di sicurezza non è approvato dalla Polizia comunale». Il livello di sicurezza dipende anche dalla preparazio­ne degli addetti alla sorveglian­za, ovvero degli agenti privati impiegati da chi organizza la manifestaz­ione. «È uno degli aspetti contemplat­i dalla Lapis», rileva il direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi. La Lapis, la legge che in Ticino disciplina le attività private di investigaz­ione e di sorveglian­za, oggetto qualche anno fa di una revisione. Nell’articolo della Lapis sui requisiti che l’aspirante agente privato di sicurezza deve possedere per ottenere dal Cantone l’autorizzaz­ione a esercitare figura infatti quello di “un’adeguata formazione”. Sul fronte della prevenzion­e, per evitare quindi tragedie come quella avvenuta nell’Anconetano, «occorre proseguire con l’attività di controllo, proprio per scongiurar­e situazioni potenzialm­ente pericolose», aggiunge Gobbi: «In passato è capitato anche di trovare porte d’uscita in caso d’emergenza incatenate...». Nell’ambito di queste verifiche «un ruolo importante lo hanno i Comuni, attraverso le rispettive polizie amministra­tive e alla luce delle deleghe conferite agli enti locali dalla Lear (la legge sugli esercizi pubblici, ndr)». E una riflession­e «andrebbe fatta sulla vendita, oggi libera, degli spray al pepe».

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TI-PRESS Gobbi, direttore del Di

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