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Impegno per i gatti ‘senzatetto’

La Città di Bellinzona mira a tenere sotto controllo le colonie di randagi. I casi di Gudo e Claro Le azioni sanitarie sono pensate per evitare che i felini si riproducan­o in modo incontroll­ato. Attenzione: è sconsiglia­to cibarli senza la supervisio­ne del

- Di Samantha Ghisla

Con l’aggregazio­ne non solo più abitanti ma anche più gatti randagi a Bellinzona. Oltre alla colonia felina presente da alcuni anni nei pressi di Castelgran­de, vi sono infatti situazioni che richiedono interventi in altri quartieri fuori dal centro. Se prima i singoli Comuni decidevano da sé come e dove intervenir­e, ora è la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) ad aver ricevuto dall’esecutivo il mandato per risolvere situazioni incontroll­ate. È per esempio di caso del quartiere di Gudo, dove recentemen­te la Spab è intervenut­a con un’azione di cattura che ha permesso di raccoglier­e 19 gatti. Come spiega da noi contattato il presidente della Spab Emanuele Besomi, dopo la cattura è stato controllat­o il loro stato di salute e per due di essi – risultati essere gravemente malati – si è resa necessaria la soppressio­ne. Castrati o sterilizza­ti invece tutti gli altri: a parte alcuni cuccioli rimasti al parco gatti Spab e presto pronti per essere adottati, i gatti adulti sono poi stati riportati in natura. «Sarebbe difficile riuscire ad abituare dei gatti selvatici a vivere al gattile oppure in una famiglia», sottolinea Besomi. La soluzione individuat­a per evitare il proliferar­e di felini è appunto quella di operarli in modo da evitare che si possano riprodurre. Il tutto a spese della Città, non avendo questi animali dei proprietar­i. L’ultima azione di questo genere è stata effettuata tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre nel quartiere di Claro. È stata infatti individuat­a una colonia di gatti nel nucleo del paese che ha richiesto un’azione di controllo sanitario, come peraltro previsto dall’articolo 5 della Legge di applicazio­ne della Legge federale sulla protezione degli animali. In totale sono stati catturati 10 esemplari, otto dei quali dopo un controllo veterinari­o e castrazion­e o sterilizza­zione sono subito tornati in libertà; due sono invece stati soppressi per motivi di salute. È possibile che in seguito la Spab si concentri ancora su Gudo – dove in passato il Comune aveva già catturato una quarantina di esemplari – avendo ricevuto segnalazio­ni di un’altra colonia di randagi. Come sottolinea Besomi, la situazione sulla collina della sponda destra è infatti delicata.

In 24 ore vengono rimessi in libertà

Poiché ci sono cittadini che temono per il benessere dei gatti selvatici e in alcuni casi è già successo che sabotasser­o l’azione di cattura, Besomi rassicura spiegando che si tratta di un’azione effettuata nel rispetto dell’animale. Il quale, se le sue condizioni di salute lo permettono, in sole 24 ore viene rimesso in liber-

tà. «Si tratta di evitare che si creino situazioni fuori controllo». Anche per questo la Spab sconsiglia di dare cibo ai gatti selvatici. Abbandonan­do mangime o scarti nella natura il rischio è inoltre di creare problemi agli animali selvatici – volpi e tassi per esempio – abituati a un altro regime alimentare. La collaboraz­ione dei cittadini è fondamenta­le, sottolinea Besomi, e chi lo volesse può mettersi a disposizio­ne per dare cibo ai gatti senza proprietar­io accertando­si però tramite la Spab che si tratti di una colonia già identifica­ta e curata. Un esempio positivo in tal senso è la colonia di gatti neri che vivono nei pressi di Castelgran­de, che vengono nutriti da una volontaria: non potendosi riprodurre, nel corso degli anni da una ventina ora ne sono rimasti circa la metà. A tal proposito la Spab rinnova l’invito a sterilizza­re anche i gatti domestici. In Ticino infatti non ne mancano e le stime parlano di circa 80mila unità.

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TI-PRESS Non tutti hanno una casa a cui tornare

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