Salvati 10 ettari agricoli
Il Tf boccia il ricorso di Locarno per ampliare l’area industriale a Riazzino
Destinati a restare verdi gli oltre centomila metri quadrati che il Gran Consiglio aveva estromesso dal Parco del Piano su richiesta della Città
Quell’area agricola non si tocca. Il Tribunale federale ha bocciato un ricorso della Città di Locarno per un’area di circa 100mila metri quadrati sul Piano di Magadino, a ridosso della zona industriale. È l’ultimo capitolo di una vicenda iniziata nel dicembre del 2014, quando il Gran Consiglio aveva deciso di istituire il Parco del Piano di Magadino, estromettendo una zona agricola di 10 ettari delimitata sui quattro lati dalla ferrovia, dal fiume Carcale, da via Campagne e dalla zona industriale di Locarno-Riazzino. Lo scopo perseguito allora dal parlamento ticinese era quello di non precludere la possibilità di ampliare in futuro la zona industriale limitrofa. Contro questa scelta si era schierato il Comune di Gordola, che l’aveva impugnata di fronte al Tribunale amministrativo cantonale (Tram). Meno di sei mesi fa il Tram ha accolto il ricorso. Poco dopo la Città di Locarno aveva deciso di rivolgersi alla massima istanza giudiziaria elvetica, ritenendo importante riservarsi la possibilità in futuro di ampliare l’area industriale per ulteriori insediamenti da parte di ditte. Il motivo: oltre ai nuovi posti di lavoro, le aziende portano ossigeno all’economia regionale. Nel suo ricorso al Tf la Città ha espresso perplessità e dubbi in merito alla sentenza con la quale il Tram ha deciso di annullare una scelta pianificatoria adottata dal Gran Consiglio: la zona toccata è da considerare limitata rispetto all’area del Piano di Magadino che resterebbe comunque a carattere agricolo.
‘Tutto è bene ciò che finisce bene’
Ma il Tf ha deciso che quei 10 ettari di campi e prati (tra l’altro ritenuti Superficie d’avvicendamento colturale, Sac, quindi per la legge federale vincolati per la sovranità alimentare) saranno reintegrati nel Parco del Piano. Un Parco voluto per rafforzare il settore agricolo, salvaguardandone e recuperandone il territorio. Non per sottrargliene. Quei terreni, inoltre, erano stati tolti al Parco senza essere automaticamente attribuiti alla zona industriale, e quindi senza reali “giustificazioni di carattere pianificatorio”, come aveva stabilito a suo tempo il Tram. Non era neppure stata ravvisata una necessità di ampliare l’area industriale di Riazzino. Tesi sposate in pieno dal Tf. «Tutto è bene quel che finisce bene – commenta Bruno Storni, municipale a Gordola e granconsigliere –. Una corretta pianificazione del territorio, importante per la qualità di vita, deve considerare il paesaggio, la natura ma anche l’economia in generale. Distruggendo territorio agricolo sul Piano si nuoce sia all’agricoltura che al turismo. Ora, dopo la sentenza del Tf, si potrà finalmente arrivare a una gestione omogenea e condivisa del Parco del Piano. Ora si sfruttino meglio le aree già industriali evitando d’insediare capannoni per attività che non garantiscono posti di lavoro qualificati per residenti».