Infermiere arrestato per maltrattamenti
Sarebbero almeno tre pazienti anziani le presunte vittime dell’infermiere con esperienza ventennale all’ospedale Beata Vergine di Mendrisio arrestato per lesioni gravi (tentate), coazione, lesioni semplici e vie di fatto reiterate. Il numero delle presunte vittime è stato anticipato dal ‘Caffè’ nell’edizione di ieri. A comunicare l’arresto dell’uomo, un cittadino svizzero residente nel Mendrisiotto, sono stati, venerdì, Ministero pubblico e Polizia cantonale con un comunicato stampa. L’arresto dell’uomo è già stato confermato dal giudice per i provvedimenti coercitivi. L’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), sempre venerdì ha fatto sapere di “avere segnalato al Medico cantonale e al Ministero pubblico un caso di comportamenti inadeguati da parte di un infermiere”. Collaboratore, che nega ogni addebito, e che è stato “subito sospeso da ogni attività”. Stando a quanto riferito dal domenicale, a segnalare alla direzione dell’ospedale i comportamenti poco appropriati dell’infermiere, poi sfociati in un’indagine interna, sarebbe stato un collega. La prima segnalazione risalirebbe a sei settimane fa. Il dipendente, in quel momento in ferie, è quindi stato sospeso – un provvedimento che gli sarebbe stato comunicato solo al rientro dalle vacanze – e l’indagine interna, durata tre settimane, è stata avviata nel massimo riserbo. Intervistato dal ‘Caffè’, il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Eoc Paolo Sanvido ha affermato che “ci dispiace aver dovuto attendere tre settimane prima di avvertire tutti i nostri collaboratori. I tempi della magistratura ce lo hanno imposto”.
L’Eoc: ‘Massima trasparenza’
Coordinata dal sostituto procuratore generale Nicola Respini, l’inchiesta avrebbe fatto emergere elementi concreti per confermare la segnalazione ricevuta. Da parte sua l’Eoc “resta a completa disposizione delle autorità inquirenti e di vigilanza, con le quali collabora con la massima trasparenza”. Le indagini sono ancora in corso con l’obiettivo di stabilire il numero esatto di pazienti vessati e il periodo esatto in cui questi presunti maltrattamenti sarebbero stati commessi: un aumento del numero dei casi potrebbe non essere escluso. Allo stato attuale, sembrerebbe che le famiglie delle presunte vittime sarebbero state contattate unicamente dal procuratore. Nessuno all’interno dell’ospedale sarebbe a conoscenza dell’identità degli anziani.