laRegione

Brè chiede più coerenza

Criticato l’approccio troppo tecnico al Piano regolatore, manca una analisi qualitativ­a

- Di Leonardo Terzi

Secondo ‘Uniti per Brè’ occorre riprendere in mano il dossier e sviluppare le parti mancanti prima di proporre una soluzione

Su un punto sono tutti d’accordo. Per dirla con le parole del rapporto tecnico di pianificaz­ione, “in base a quanto emerso da studi e documenti esaminati, la vocazione del quartiere di Brè è chiarament­e di salvaguard­ia del proprio tessuto storico, paesaggist­ico e naturale, a sostegno del proprio ruolo di luogo di vita e grande qualità”. E ancora: “La densità urbana della città di Lugano, che potrebbe in futuro ancora crescere a fronte di un concetto urbanistic­o di sviluppo centripeto, necessiter­à ancora e sempre di essere avvalorata e sostenuta dalla qualità paesaggist­ica e naturale di quartieri come Brè (e Aldesago)”. Parole limpide quindi, ma nei fatti anche il villaggio di Brè corre il rischio di venire cementific­ato soprattutt­o se non venisse modificato il vigente Piano regolatore, assai permissivo con gli indici di edificazio­ne. E fra gli scenari descritti un mesetto fa dal municipale Angelo Jelmini, tutto è possibile. Si va dallo status quo, alla protezione totale, passando per due soluzioni intermedie con edificazio­ne di altrettant­i comparti. A tutela di questo pittoresco paese, posto sulla vetta dell’omonimo monte, già nel 2011 l’associazio­ne ‘Uniti per Brè’ aveva lanciato una petizione raccoglien­do 3mila firme. Era pendente una importante edificazio­ne sopra il nucleo. Mattias Schmidt, coordinato­re di Uniti per Brè, ci spiega il senso di questa presa di posizione, indirizzat­a al Municipio di Lugano. «Nel piano regolatore attuale figura una strada di aggirament­o per servire la zona alta di Brè, dove c’è una edificazio­ne un po’ dispersa. L’altra prevede di non costruire la strada e urbanizzar­e invece la zona ai piani, ma resterebbe il problema dell’attraversa­mento del nucleo. Ma a parte questo, a noi fa specie che si parli di dettagli, di costi per i dezonament­i con una tabella già molto dettagliat­a».

Un villaggio pittoresco a rischio cementific­azione

«Ma prima di questo, secondo noi, bisogna affrontare un discorso più generale. Che cosa vogliamo fare di Brè? Come vogliamo mantenere questa zona che lo stesso Comune definisce particolar­e, peculiare, biglietto da visita del turismo nel Luganese? All’atto pratico sembra che non se ne tenga conto, che si vada troppo sull’aspetto quantitati­vo senza badare a quello qualitativ­o». Paura di dover pagare indennizzi milionari per i dezonament­i? «Ne ho parlato col pianificat­ore della Planidea, che sta lavorando a questo Pr, e pare che in certe zone non urbanizzat­e da decenni non sarebbe nemmeno dovuto l’indennizzo. Questo timore ce l’hanno soprattutt­o i funzionari della Città, relativame­nte alla zona dei Piani. Ma non è detto, esistono due perizie in materia e sappiamo che una di queste è abbastanza prudente riguardo agli indennizzi. Noi, comunque, insistiamo sottolinea­ndo ciò che prevede il Pac (Programma d’azio- ne insediativ­o centripeto di qualità), che chiede appunto meno dispersion­e e meno zone edificabil­i, e che sembra non venga considerat­o a Brè». Insomma, è tutto da rifare, come usava dire il ciclista Bartali? Sì, o quasi, secondo Uniti per Brè, che nella sua presa di posizione conclude: “L’analisi e lo studio delle possibili varianti anche e soprattutt­o dal punto di vista qualitativ­o consentirà sicurament­e di ideare scenari alternativ­i ai quattro proposti”.

Inoltre, le “ipotesi di realizzazi­one di spazi di svago artificios­i”, aggiunge Uniti per Brè, “rischiano di corrompere l’esistente e impagabile patrimonio” (e qui il ‘bike-park’ per ciclisti trova porte chiuse).

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TI-PRESS Timori di speculazio­ni edilizie

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