Si gioca ma non si vince più
Il Lugano mette sotto il Sion, si crea 4-5 clamorose occasioni, ma alla fine è costretto ad accettare un altro pari
Lugano – Questo Lugano non sa più vincere. In compenso, sa giocare. Magra consolazione, verrebbe da dire. Se non fosse che, come insegnano tutti i bravi allenatori, alla base di ogni successo ci sta un’idea di calcio fatta propria dai giocatori e riproposta in campo. E allora, i 2 punti nelle ultime 5 partite non sembrano preoccupare l’ambiente bianconero. Parafrasando De Gregori, “il ragazzo si farà, anche se al momento ha le spalle strette”. Ne è convinto in primis Fabio Celestini che a fine partita vede il bicchiere quasi pieno fino all’orlo... «Abbiamo fatto ancora meglio rispetto ad altre circostanze. Sono nel contempo molto contento in quanto allenatore e molto amareggiato per i giocatori. Io non devo guardare soltanto al risultato, ma a come la squadra si comporta in campo. E oggi ha giocato con personalità, con qualità, si è creata quattro o cinque occasioni da rete al termine di pregevoli manovre. Al Sion abbiamo concesso pochissimo. Francamente diventa difficile chiedere di più. Potremo certo migliorare, ma quanto stiamo facendo è per me molto gratificante». Il Lugano – e le parole del suo tecnico lo ribadiscono – ha fatto la partita, ha messo sotto il Sion, ma alla fine raccoglie, ancora una volta, soltanto le briciole. A partire dalla conclusione di Junior al 12’, il pomeriggio bianconero è stato contraddistinto da troppe occasioni gettate alle ortiche. All’immagine di quella che al 62’, dopo una grandissima azione di Junior, ha portato Bottani solo davanti al portiere, senza però che la palla finisse in rete... «È chiaro che non possiamo andare in gol a ogni azione. È però vero che almeno una di quelle 4-5 clamorose occasioni la si deve mettere dentro. Soprattutto in un momento nel quale stavamo molto bene, proponevamo un bel gioco, eravamo vivi. Fosse entrato il 3-1, adesso staremmo qui a parlare di una grandissima vittoria del Lugano, contro il Sion come era già capitato con lo Xamax. Dobbiamo rimanere tranquilli, consci però che, alla luce dei risultati, qualcosina ci manca ancora».
Praticamente privo di sbavature dietro (ma i particolari fanno la differenza, come la mancata chiusura di Daprelà sul colpo di testa di Neitzke valso lo 0-1), a centrocampo i bianconeri hanno ritrovato il capitano dei tempi migliori. Sabbatini ha dominato il reparto e fornito due assist. E alla fine è più amareggiato del suo tecnico... «Le prestazioni ci sono, ma adesso pesa a livello mentale l’incapacità di chiudere ’ste benedette partite. È un limite che in questo momento abbiamo e dovremo lavorare sodo per porvi rimedio. Adesso pensiamo alla prossima partita, in modo da chiudere bene il 2018». Rimane il fatto che nelle ultime partite il Lugano ha pagato a caro prezzo ogni occasione concessa agli avversari... «Loro saranno anche fortunati, ma noi dobbiamo metterci del nostro. Se sappiamo che su tre occasioni gli altri segnano due volte, vuol dire che non dobbiamo concedere nemmeno quelle. Al momento gira così, ma prima della ripresa dovremo porvi rimedio». Alla fine della prima parte di stagione manca una sola partita, a Zurigo. Una trasferta che il Lugano affronterà senza l’apporto di Bottani e Junior, ammoniti e quindi squalificati. In merito, Sabbatini ha una teoria ben precisa... «Lo notiamo in campo e a volte ci viene pure da ridere: con il Lugano gli arbitri hanno un cartellino che esce più facilmente dal taschino. Anche le ammonizioni a me e a Junior sono assolutamente discutibili: Junior ha allontanato il pallone, ma eravamo in svantaggio quindi ci avremmo perso solo noi. Credo che a volte gli arbitri dovrebbero capire che scambiare una parola con un giocatore vale più di un cartellino estratto, magari al primo fallo. Non fa niente, dimostreremo di essere più forti anche di tutto ciò». Sì, perché se è vero che il gioco sta alla base dei risultati, il Lugano di Celestini sembra nonostante tutto avere un roseo futuro. Certo che tre punti, di tanto in tanto, non guasterebbero. E allora l’ultima occasione del 2019 sarà quella del Letzigrund, con un attacco tutto da inventare e che, proprio perché inatteso, si spera possa creare la sorpresa. Per andare in vacanza con l’animo sereno e fiducioso in una primavera che potrebbe essere ben più serena di questo comunque tormentato autunno...