I migliori sono Schurter e Ryf, ma l’hockey fa man bassa
Alla fine ci riesce, Nino Schurter. Campione olimpico nel 2016, ma soprattutto ben sette volte campione del mondo. La decima volta agli Swiss Awards, per il trentaduenne grigionese è quella buona: lo sportivo dell’anno stavolta è lui, in una cerimonia che al femminile decide di attribuire per la seconda volta il premio alla triatleta Daniela Ryf, già vincitrice nell’edizione 2015. E per Schurter, così come per la trentunenne solettese, la concorrenza non è roba da poco. Infatti il biker (che alla fine l’ha spuntata con il 34% delle preferenze del televoto) deve fare i conti nientemeno che con Roger Federer, l’uomo dai venti titoli nello slam, che però si ferma a quota 21,39 per cento. Tra le donne, invece, la principale avversaria della Ryf è la sciatrice Wendy Holdener, che però alla fine si deve accontentare del 23,11%, contro addirittura il 31,71 della sua avversaria.
Un plebiscito per ‘Fischi’
Ma il vero protagonista all’edizione 2018 della kermesse che premia il meglio dello sport svizzero è soprattutto all’insegna dell’hockey. Anzi, si trasforma letteralmente in un plebiscito per Patrick Fischer, che dopo aver vinto (logicamente, verrebbe da dire) il premio destinato alla squadra dell’anno, dopo lo storico argento ai Campionati del mondo in Danimarca – dove, esattamente come cinque anni prima, la Svizzera si è dovuta arrendere allo squadrone svedese –, riesce a trionfare anche nella categoria del miglior allenatore. «Ma io senza di loro non sarei nessuno» racconta ‘Fischi’ guardando ai suoi ragazzi seduti in tribuna. Tra cui, naturalmente, non può mancare il ticinese Michael Fora.