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Tardivo risveglio dei Tigers

Ultima giornata ricca di sorprese. Sam e Riva a riposo, Lugano battuto di strettissi­ma misura (un punto) dal Monthey.

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Prima vittoria degli Starwings contro Boncourt che toglie i giurassian­i dalla qualificaz­ione alla Coppa della Lega. Il sesto posto è ora occupato a sorpresa da Riviera che se la vedrà con Neuchâtel, mentre la Sam ospiterà il Monthey. L’Olympic vince contro Ginevra e agguanta il primo posto per differenza canestri. Quanto alla sconfitta di stretta misura dei Tigers, «non è stata certamente una gara di grande livello tecnico e spettacola­re – commenta il coach del Monthey Schmitt a fine gara –, ma sono quelle partite che dicono molto sul carattere. Noi, senza quattro titolari, sapevamo di dover faticare, perché all’Elvetico è sempre dura. Ma sono orgoglioso dei miei». Anche Petitpierr­e può essere fiero di questo Lugano che, senza Berry fermato da un forte ematoma, si è ritrovato con i soli tre stranieri (positivo l’innesto di James). Il coach bianconero, però, non era per nulla soddisfatt­o, o quasi. «Ancora una volta l’entrata in materia dei miei è stata disastrosa e siamo stati dominati per 25’. Poi, contrariam­ente al solito, abbiamo cominciato a difendere bene e a recuperare, per giocarcela negli ultimi secondi. Ma dobbiamo crescere e fare meglio ciò che prepariamo, non concedendo­ci estemporan­eità senza logica».

Primo quarto disastroso

Due analisi che non fanno una grinza, perché la partita si è incanalata nel viale delle emozioni solo a partire dal 23’, quando il Lugano, sotto di 14, 25-49, ha avuto un sussulto d’orgoglio e gradatamen­te ha ripreso quota. È tornato a –6 all’ultima pausa, 48-54, poi a –4, 54-58 al 1’, poi a –2 al 5’, 56-58, dopo uno stoppone di Bracelli. E con distacchi mai su-

periori ai 4 punti si è arrivati sul 66-65 a 65” dalla sirena, dopo 5 punti consecutiv­i di Stevanovic e un 2+1 di Bracelli. Cochran ha segnato in tap-in, mentre i bianconeri hanno trovato il ferro tre volte, perdendo la partita. Un Lugano disastroso nel primo quarto, a immagine di un Wilbourn con tre falli e tre palle perse in 4’, incapace di fermare la portaerei Frease dall’alto dei suoi 213 centimetri per 124 kg. Ma sono tutti i Tigers a girare a vuoto, con scarsa lucidità in attacco, eufemismo, e Monthey a

dominare: 14-23 alla prima pausa. Secondo quarto in facsimile, 17-28, poi 20-30 al 5’, prima di andare a –11 al 9’. Alla pausa nessuno avrebbe scommesso un centesimo su un ritorno bianconero. Invece, dopo il –14 al 23’, e con Frease in panca per problemi fisici, Ballard e compagni hanno cominciato a difendere: quintetto piccolo, aggressivi­tà in difesa e un Monthey per nulla preciso, hanno fatto sì che, con un parziale di 15-7, i Tigers arrivasser­o a –2, 56-58 al 3’. Rimesso giocoforza Frease in campo, gli equilibri ospiti sono migliorati e, come detto, con un po’ di fortuna da una parte e di errori anche banali dall’altra, i vallesani hanno portato a casa la vittoria. Non mi piace ragionare dicendo che è l’ultimo tiro quello che ha fatto perdere una gara, perché ci sono molti altri fattori in 40’. Il principale sono le 18 palle perse nella maniera più assurda, che hanno permesso agli ospiti di capitalizz­are ben 19 punti, contro i 6 del Lugano. Inoltre il Monthey ha realizzato 16 punti contro 8 su secondi tiri ma, vista la stazza diversa, ci sta. Le altre cifre sono vicine, per cui la lettura è facile. Poi, ovviamente, senza Berry e con Wilbourn fuori praticamen­te in sei azioni di gioco (4 falli in 8 minuti), è ancor più difficile. James ha avuto un debutto più che buono e, in prospettiv­a, si può essere ottimisti. Certo è che, per dirla con l’ex presidente Braglia, finché non si porrà rimedio all’assurdo 3+1, in Elvezia il basket spettacolo è di là da venire.

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TI-PRESS/GRBESIC Positivo l’apporto fornito da Juwann James

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