Politica gridata e litigiosità
Nell’avvicinamento alle prossime elezioni cantonali 2019 si stanno scaldando gli animi dei partiti. Evitiamo l’esasperata litigiosità e la politica gridata. Purtroppo la politica dà spesso di se stessa un cattivo spettacolo che è un fedele specchio della società reale. Si gioca a far “sfoggio dei muscoli” a discapito di idee e provvedimenti a favore dei cittadini. Dovrebbe prevalere la pacatezza del dialogo razionale. Si sa, la politica genera sempre contrasti e una certa litigiosità si riscontra dappertutto. Sono inevitabili in ogni democrazia i dissidi fra maggioranza e minoranza, fra destra e sinistra, fra sovranisti e globalisti. Ogni cittadino è libero di esprimere la sua opinione. Siamo in democrazia. Anche gli uomini politici hanno diritto di avere un’opinione su ogni argomento e di esprimerla. Con qualche cautela in più, tuttavia la loro responsabilità dà maggior peso a quello che dicono. Dovrebbero dare il buon esempio e mostrare che è possibile avere opinioni discordanti senza per questo arrivare agli insulti. Succede invece che troppi uomini politici non si accontentano di dire ma insistono negli alterchi. Così si aprono più liti e si continua a litigare su ogni singola questione, indefinitamente, instaurando quella continua conflittualità che disgrega. Predomina un’atmosfera tipica da bettola che non avrà sugli eventi la minima influenza. Questo modo di fare politica sta producendo un inimmaginabile danno proprio alle fasce più giovani della popolazione. Non è certo educativo rinfacciarsi pubblicamente errori e malcostumi, come se tutto ciò fosse una prerogativa dell’uomo politico e delle modalità di far politica oggi. In troppi tra leader di partito, nonché ministri ed alte cariche dello Stato hanno perso la bussola. Quindi onestà.
Raoul Bettosini, Lugano