Le rotonde di ieri sul Piano di oggi
Segue da pagina 10 (...) resta elevato e soprattutto non gestibile con una successione di 6 rotatorie, penalizzando fortemente sia la mobilità regionale sia le attività locali (anche perché la strada ha probabilmente raggiunto una saturazione strutturale, tanto che le ore di punta si stanno estendendo sempre di più). Proiezioni future che ovviamente – hanno inoltre risposto gli specialisti – considerano anche il trasferimento del traffico individuale motorizzato al trasporto pubblico. Le misure proposte dal Gruppo di lavoro composto da Cantone, Commissione intercomunale dei trasporti, Comuni coinvolti ed esperti di mobilità non vogliono infatti porsi in contrapposizione alla promo- zione della mobilità pubblica, ma in modo complementare ad essa (come dovrebbe sempre essere, peraltro). Ma – al di là delle cifre – veniamo alla domanda centrale posta da Storni: “Come si fa a credere che sostituendo rotonde con semafori il traffico scorra più veloce?”. Non mi sembra così assurdo pensare che se la strada principale avrà la precedenza – con la cosiddetta “onda verde” – la fluidità aumenterà riducendo i tempi di percorrenza. Anche perché il Piano ha conosciuto negli ultimi anni l'insediamento di numerose case, aziende e commerci, che hanno creato maggiori inserimenti laterali sulla strada principale, spezzandone il flusso. Se negli anni Novanta andava bene considerare la strada cantonale come un asse di transito in cui ci si agganciava solo sporadicamente, ora si è in presenza di un contesto urbano diverso, dove le relazioni e gli accessi avvengono quasi capillarmente, con tutte le conseguenze del caso (la metà degli spostamenti è in transito e l’altra metà si ferma nel Piano). In questo contesto, le rotonde tanto decantate da Storni sono diventate un problema: sono infatti un sistema di gestione che funziona bene fintanto che il flusso veicolare lungo la direttrice principale è nettamente preponderante rispetto a quello proveniente dagli innesti secondari; quando non è più così – come ora è il caso tra Quartino e Cadenazzo – l’equilibrio si spezza e il sistema collassa. Proviamo a rianimarlo!