laRegione

La custodia di polizia e quel giudice in meno

- Di Andrea Manna

Con l’introduzio­ne, in occasione della recente revisione legislativ­a, della cosiddetta custodia di polizia, il Gran Consiglio ha attribuito un’altra competenza al già oberato Ufficio dei giudici dei provvedime­nti coercitivi. Ufficio al quale con la manovrona di risparmio del 2016 lo stesso parlamento ha tolto – sordo alle proteste (garbate) di esponenti del potere giudiziari­o – un magistrato, avallando così la proposta del governo. Da quattro a tre giudici. La cura dimagrante è stata poi suggellata dal voto popolare con il 53,7% di sì. Ma se si taglia ha senso assegnare ulteriori incombenze ai tre magistrati? No. In parlamento si è ripetuto che la cu- stodia di polizia riguarderà in un anno pochissimi casi e che pertanto pochissimi saranno gli eventuali ricorsi all’Ufficio dei gpc contro la misura disposta, unicamente, dall’ufficiale di polizia. Staremo a vedere. Intanto ci si può chiedere se pochissimi casi (si è parlato soprattutt­o di ubriachi molesti) giustifich­ino in Ticino una strana nuova forma di privazione della libertà personale, la cui applicazio­ne potrebbe dipendere anche dal momento politico. La custodia comunque ora è legge. Auspichiam­o però una seria riflession­e della politica sulle risorse oggi in dotazione all’Ufficio dei gpc. Giudici di garanzia.

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