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Coduri: ‘Nessuno immaginava l’esistenza di quella nota promemoria’

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Nove righe, senza data. In calce la firma dell’ex cancellier­e dello Stato Giampiero Gianella e in alto l’intestazio­ne: “Nota promemoria allegata alla nota a protocollo n.28/99”. È l’ultima puntata in ordine di tempo sui rimborsi forfettari attribuiti nel 1999 a Gianella dal Consiglio di Stato. Rimborsi passati in pochi giorni da cinquemila a seimila franchi annui senza apparente giustifica­zione. Un caso su cui si è chinata la Commission­e della gestione e su cui il governo aveva già fornito a inizio dicembre una prima cronistori­a. Cronistori­a in cui però non figurava la “nota promemoria”, ritrovata solo nei giorni scorsi e in cui si legge, tra l’altro, che il forfait previsto per il cancellier­e, fissato nella seduta del 17 maggio a cinquemila franchi, era stato portato a seimila nella riunione del 26 maggio. La nota non era stata cercata in precedenza, precisa da noi contattato l’attuale cancellier­e Arnoldo Coduri, visto che non ve n’era traccia nella documentaz­ione immediatam­ente a disposizio­ne della segreteria. Figurava, insomma, solo nell’archivio principale. «L’ho trovata subito, appena aperto il fascicolo – racconta Coduri –. Col senno di poi si poteva individuar­e prima, ma nessuno immaginava che vi fosse una nota promemoria (una sorta di ‘emendament­o’ alla nota a protocollo, ndr) sul tema». Non ce lo si immaginava perché nell’ordine del giorno della riunione di governo del 26 maggio 1999 non vi era traccia della questione. E poi perché, da nostre informazio­ni, questo genere di documento non era abituale. «Personalme­nte – commenta Coduri – oggi avrei annullato la nota e l’avrei sostituita con un’altra. Non so il motivo del perché allora si sia fatto altrimenti, ma probabilme­nte si è ritenuto che le decisioni prese costituiss­ero solo di una precisazio­ne che non richiedeva l’annullamen­to dello scritto precedente». Normale anche che la nota sia firmata solo da Gianella: «Si tratta di una sorta di verbale del Consiglio di Stato e quindi viene sottoscrit­ta solo dal cancellier­e». La scoperta ha comunque lasciato aperte alcune domande, che i commissari della Gestione hanno girato ieri all’esecutivo. Chiesti chiariment­i sulla nota e sull’eventuale esistenza di una sua traccia presso i destinatar­i (Sezione finanze, Ispettorat­o finanze e Divisione contribuzi­oni). Manca anche la data. Il riferiment­o nel testo è alla seduta del 26 maggio come momento in cui si il rimborso è lievitato di mille franchi. Eppure già sei giorni prima Gianella riferiva al capo Ufficio stipendi che il forfait era di seimila franchi. L.B./SCA

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