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Matteo Quadranti (Plr): ‘C’è ancora il segreto medico in ambito sanitario?’

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Da alcune settimane il Dipartimen­to della sanità e della socialità (Dss) ha inoltrato ai vari ospedali una circolare nella quale “nel caso in cui persone prive di documenti, ‘presumibil­i’ richiedent­i l’asilo, stranieri in transito o persone ‘sospette’ si rechino ai Pronto soccorsi” si chiede di chiamare due numeri di telefono al fine di “poter effettuare le verifiche/identifica­zione del caso, valutare la situazione e assicurarn­e così la corretta presa a carico/procedura”. Una circolare, questa, che in un’interrogaz­ione al Consiglio di Stato il deputato liberale radicale Matteo Quadranti definisce “infelice nella forma e assai problemati­ca nel contenuto”. Perché, continua, “istiga il personale medico e sanitario alla violazione del segreto medico e delle norme deontologi­che e di tutela della protezione dei dati”. Secondo una risposta fornita dal Dss, riprende Quadranti, “la circolare attiene solo a questioni ‘prettament­e contabili e amministra­tive di corretta fatturazio­ne dei costi sostenuti dal Dss per le cure destinate a persone prive di documenti’”. Una risposta che per il deputato Plr “appare manifestam­ente pretestuos­a ed è contraddet­ta dal fatto che nella circolare si parla (nel titolo) esclusivam­ente di richiedent­i l’asilo”. Da qui le domande al governo: innanzitut­to se la circolare è stata presentata in Consiglio di Stato per la discussion­e, e chi l’ha approvata. Inoltre, Quadranti chiede anche se l’iniziativa sia stata presa di concerto con altri Dipartimen­ti e se, viste le proteste di medici e avvocati, siano stati chiesti chiariment­i al Dss.

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