Quasi 74 milioni per 27 Comuni
Il governo ha licenziato il messaggio. Incentivi vincolati in caso di progetti parziali.
Da 115 Comuni a 27. Col tempo che ci vorrà, grazie a processi nati dal basso, al ritmo che la cittadinanza sentirà più suo. Ma... Ma a tendere il canton Ticino del futuro dovrà avere l’assetto istituzionale disegnato dal Piano cantonale delle aggregazioni (Pca), con soli 27 enti locali capaci – è questo l’intento – di garantire maggiore solidità finanziaria e di conseguenza più progettualità. A dare un (bel) colpo di mano ci penserà il Cantone: il governo con il messaggio appena licenziato mette a disposizione un credito quadro da 73,8 milioni di franchi. Incentivi finanziari che, contrariamente a quanto si era proposto in un primo tempo, non avranno data di scadenza. Vien però da chiedersi se la somma sarà a disposizione “fino a esaurimento”, imponendo di fatto ai Comuni di attivarsi perché chi prima arriva meglio alloggia. «Non è che il primo che arriva prende tutto e scappa – risponde Norman Gobbi, capo del Dipartimento delle istituzioni, sollecitato durante la presentazione alla stampa della versione definitiva del Pca –. Si tratta qui di riconoscere il giusto a ogni Comune. Chiaramente i primi che si faranno attivi avranno magari un po’ più di margine rispetto agli ultimi. Abbiamo però già stimato quali possono essere i contributi di ogni comprensorio e in base a queste ipotesi ci si muoverà. Ricordato che anche il Gran Consiglio talvolta subentra ad aumentare l’importo, come è stato il caso con il Comune di Verzasca lunedì». Se da un lato l’accesso al credito (parlamento permettendo) sarà dunque meno vincolato nei tempi, dall’altro agli scenari che si compiranno un pezzettino per volta non per forza sarà garantito. Se infatti le modalità d’attuazione previste consentono di conseguire gli obiettivi “in tappe successive”, il sostegno finanziario non segue la stessa logica. Anzi: “In caso di aggregazione parziale negli agglomerati urbani, il sostegno finanziario cantonale – recita il documento – potrà essere riconosciuto a condizione che l’aggregazione includa il polo urbano di riferimento”. Ergo Bellinzona, Chiasso o Mendrisio, Locarno o Lugano. Che senso ha avallare progetti parziali, pur anche voluti “dal basso”, per poi penalizzarli dal punto di vista finanziario? «Le tappe di avvicinamento allo scenario cantonale devono essere sostenute. Non possono essere sostenute quelle tappe eventuali che rischiano di mettere in discussione tale scenario – risponde ancora Gobbi –. La valutazione dipenderà dunque da ogni singolo progetto: sicuramente sono da premiare tutti i progetti promossi dal basso ma con una finalità positiva, nel senso di migliorare il funzionamento del territorio, dei servizi, la competitività economica e fiscale. E in ultima analisi poi contribuire al raggiungimento degli obiettivi cantonali».