Svizzera in ritardo, l’Ue indica la via
«Più che uno scandalo». Così Jon Pult definisce l’assenza di progressi nella riduzione delle emissioni di CO2 dei camion dal 1990 in Svizzera. E per il presidente dell’Iniziativa delle Alpi (vedi sopra) è «un’occasione mancata» che il traffico merci su strada «non sia considerato» nella nuova Legge sul CO2 che ieri mattina – proprio mentre lui si esprimeva in una conferenza stampa a poche centinaia di metri da Palazzo federale – il Nazionale ha silurato (vedi sotto). Un camion oggi emette praticamente lo stesso quantitativo di CO2 di 25 anni fa, ha affermato. Il grigionese si basa su uno studio dell’ufficio di pianificazione ambientale Kbp realizzato per conto dell’Iniziativa delle Alpi. Il contitolare di Kbp, Res Isler, ha spiegato che i valori-limite per le polveri sottili e gli ossidi d’azoto del traffico stradale delle merci sono stati continuamente inaspriti, portando a una diminuzione delle emissioni di questi inquinanti di più dell’80% rispetto al 1990; per le emissioni di CO2, invece, non si è ottenuto alcun miglioramento. In altri settori sono stati fissati obiettivi e adottate misure per ridurre le emissioni di CO2. Invece il trasporto merci su strada è stato finora risparmiato, ha criticato Pult. L’Iniziativa delle Alpi chiede che siano introdotti obiettivi specifici in tal senso. Come si sta facendo in Europa: Pult ha ricordato che in novembre il Parlamento europeo ha discusso una proposta della Commissione Ue per ridurre le emissioni di CO2 dei camion del 30% entro il 2025 e del 35% entro il 2030. Secondo l’associazione ambientalista, questi obiettivi dovrebbero essere inclusi nella revisione in corso.