La sinistra dà una mano all’Udc ad affossare la Legge sul CO2
Così non va: è quanto deve aver pensato ieri il campo rosso-verde, assieme a esponenti di Ppd e Pbd, che piuttosto che votare una revisione della Legge sul CO2, annacquata all’inverosimile, ha preferito votarle contro o astenersi. Il ‘no’ di questo campo, sommato ai voti negativi dell’Udc, contraria di principio al progetto, ha contribuito a silurare lo stesso, proprio nell’ultimo giorno di presenza della ministra Doris Leuthard in aula. Un addio amaro per la consigliera federale Ppd, che dal primo gennaio verrà sostituita da Simonetta Sommaruga. La revisione della Legge sul CO2 per il periodo post-2020 si è resa necessaria dopo l’adesione della Svizzera all’Accordo sul clima di Parigi. Il ‘no’ del Nazionale, per 90 voti a 60 e 43 astenuti, equivale a una non entrata in materia. Il dossier dovrà ora essere esaminato dagli Stati. Già prima che si giungesse al voto fatale, si è avuto sentore di quanto stava per accadere. Diversi oratori del centro e della sinistra hanno espresso alla tribuna la loro delusione, rinfacciando a Plr e Udc di aver politicizzato la questione per meri interessi elettoralistici: nell’autunno 2019 si terranno infatti le elezioni federali, appuntamento che sta pesando come un macigno sui lavori parlamentari, come dimostra la polemica sorta attorno al Patto Onu sulla migrazione. Sia quel che sia, fin dalle prime battute delle discussioni e dei voti espressi in aula, Udc e Plr hanno ottenuto quello che volevano, ossia l'annacquamento di una legge, già giudicata dal campo rosso-verde assai timida così come concepita dal Consiglio federale. Per la destra in Parlamento era infatti importante che le misure proposte non disturbassero eccessivamente l’economia; il progresso tecnologico sarà a loro dire l’elemento che consentirà di diminuire le emissioni di CO2 nell’aria. Stando al progetto governativo, entro il 2030 la Svizzera dovrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% rispetto al 1990. Dopo aver accolto l’idea di ridurre l’aumento della temperatura mondiale di 1,5 gradi Celsius, invece dei 2 gradi previsti dal governo, il plenum ha però stabilito che simile riduzione debba avvenire per buona parte mediante l’acquisto di certificati di emissione all’estero. Altre decisioni erano state prese durante i tre giorni di accesi dibattiti dedicati alla nuova legge. Tra queste: nessun valore limite delle emissioni di gas ad effetto serra per gli edifici; nessuna tassa sui biglietti aerei; un aumento massimo di 8 centesimi al litro del prezzo del carburante (la sinistra chiedeva un aumento di 13 centesimi, l’Udc di 5: tratteggiando scenari catastrofici, il solettese Christian Imark ha invitato il plenum a non caricare troppo la legge per evitare proteste simili a quelle dei ‘gilet gialli’ in Francia).