Giudizio ribaltato: gli agenti sono innocenti
Prosciolti in Appello i due poliziotti accusati di aver malmenato un ladro rumeno
Sono stati prosciolti i due agenti della Polizia cantonale accusati di aver malmenato un ladro rumeno durante una perquisizione – il 23 gennaio 2015 nell’autorimessa della centrale di Camorino – al fine di ottenere una confessione. La Corte di appello e di revisione penale di Locarno ha infatti ribaltato la sentenza emessa in primo grado dalla Pretura penale di Bellinzona lo scorso 17 gennaio, che li aveva ritenuti colpevoli di abuso di autorità e vie di fatto, e per questo condannati a una pena pecuniaria. Reati che invece non sussistono secondo la Corte presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will. Ad incidere sull’assoluzione dei due imputati – un 33enne e un 34enne già condannato in passato per abuso di autorità – è stata la totale mancanza di credibilità dell’accusatore privato. A cominciare dal fatto che la prima volta che l’uomo ha affermato di essere stato malmenato è stato alla fine del verbale redatto il giorno seguente ai fatti. La Corte ha stabilito che se avesse subito il pestaggio da lui denunciato, è poco verosimile che avrebbe potuto sostenere un interrogatorio in quelle condizioni (nel corso dell’inchiesta il ladro aveva detto di non riuscire a stare in piedi dopo le botte subite). A quel verbale era inoltre presente il suo difensore d’ufficio. Questo, secondo la Corte, rende molto difficile comprendere come mai non abbiano fatto presente prima al procuratore pubblico di un pestaggio di quella natura. Nel corso dell’inchiesta, inoltre, l’accusatore privato ha fornito versioni giudicate tutt’altro che lineari e costanti. Nelle sue deposizioni ha in particolare cercato di rincarare la dose sui calci e i pugni che sosteneva di aver ricevuto. L’uomo non è stato giudicato credibile anche perché il suo racconto stride con la documentazione medica agli atti. Infatti, il referto stilato in sede di ricovero non attesta né un’escoriazione, né un arrossamento, né un livido. Ciò che la Corte ha valutato poco probabile qualora il rumeno avesse davvero subito il pestaggio denunciato. La nuova sentenza sposa la tesi della difesa – rappresentata dagli avvocati Brenno Canevascini e Andrea Bersani – che aveva infatti fatto leva sulle menzogne raccontate dall’uomo. Koko Ramella, legale del rumeno, valuterà insieme alla procuratrice pubblica Anna Fumagalli se ricorrere al Tribunale federale. G.R.