Coinvolgere Doris? ‘Ci abbiamo provato’
“Coinvolgiamo la stimata consigliera federale Doris Leuthard per evitare che AlpTransit, incompleto, pesi esclusivamente sul Gambarogno”. È il tenore della mozione presentata nell’ottobre del 2017 dai consiglieri comunali Cleto Ferrari e Giovanni Pampuri (per Gambarogno). Il tema sarà affrontato nel corso della seduta di legislativo prevista lunedì prossimo. Nel suo preavviso il Municipio propone di respingere la proposta (così come suggerito anche dalla Commissione Opere pubbliche e pianificazione) e ne spiega i motivi. Leuthard era già stata coinvolta sulle questioni legate all’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, ai possibili compensi e alle opere di mobilità lenta previste dal PaLoc nel settembre del 2014; ma un mese dopo la direttrice del Datec (con casa di vacanza in Gambarogno e ormai fuori dal Consiglio federale) ha declinato l’invito, non assumendosi alcun impegno diretto nelle trattative e nelle discussioni in corso. Va detto che l’autorità nel frattempo non è rimasta con le mani in mano. Per un trasporto efficiente dei passeggeri sulla linea del treno il Municipio ha firmato un protocollo d’intesa e una candidatura – con Luino – per promuovere un progetto Interreg sul coordinamento di tutte le attività legate ai trasporti e alla mobilità, compresa quella aziendale. Obiettivi: ridurre il traffico stradale, migliorare la qualità di vita e mantenere vivo il trasporto pubblico su rotaia.
Mobilità lenta, inerti e… letti freddi
“La mobilità lenta, assieme ai percorsi casa-scuola, è una priorità che condividiamo”, aggiunge il Municipio, che sta portando avanti diversi progetti, pur riconoscendo che introdurre il limite di 30 chilometri all’ora sulla litoranea non è possibile. Sull’importazione di inerti – altro tema della mozione –, si ricorda che il traffico è limitato a 12 passaggi al giorno, controllati dall’Amministrazione federale delle dogane e con l’autorizzazione del Consiglio di Stato. Infine, su eventuali modifiche della legge tributaria per tassare i “letti freddi”, il Municipio menziona lo scetticismo e la volontà di mantenere lo statu quo manifestati da altri Comuni ticinesi consultati sull’argomento: “In assenza di una valida base legale – è la conclusione – non possiamo attuare alcuna misura di nostra iniziativa”.