laRegione

Limone spremuto? ‘No stalker’

La Corte delle Assise criminali ha riconosciu­to la credibilit­à dell’ex compagna vittima di minacce, insieme al nuovo fidanzato e all’amica

- Di Cristina Ferrari

Un atto d’accusa sostanzial­mente confermato che condanna a 30 mesi (di cui 10 da espiare, 20 sospesi per un periodo di prova di tre anni) un 44enne luganese, alla sbarra da lunedì per un lungo elenco di reati. Titolare di un’agenzia di marketing e comunicazi­oni, con un passato di collaboraz­ioni sulle scene dei crimini per la Polizia, l’uomo è stato riconosciu­to colpevole di stalking, per l’imputazion­e più grave. La vittima, l’ex compagna (22enne al tempo dei fatti, nel 2013), è stata dunque creduta dalla Corte delle Assise criminali presiedute dalla giudice Manuela Frequin Taminelli: «La sua testimonia­nza – ha spiegato nel pronunciar­e la sentenza – si è presentata lineare, costante, completa di dettagli e di elementi esterni che l’hanno corroborat­a, fra cui e-mail e telefonate registrate. Non così l’imputato che ha dato versioni insostenib­ili e inconsiste­nti uscendone sconfitto e perdendo ogni credibilit­à». Il 44enne, secondo la Corte, «ha utilizzato tutti gli stratagemm­i possibili per entrare in contatto con la compagna che lo aveva lasciato, l’ha molestata quotidiana­mente, minacciand­o anche il nuovo compagno e l’amica». Il tutto «spinto dalla gelosia e dalla rabbia. Si è trattato di stalking in quanto l’ha spiata, l’ha perseguita­ta, in diverse riprese, arrivando a spaventarl­a». La colpa dell’imputato è stata giudicata molto grave: «Fin dall’inizio della relazione, contraddis­tinta da alti e bassi, ha voluto mantenere il controllo e il dominio, per un fine ultimo ed egoistico, spinto da un vortice ascendente che ha messo in pericolo la vittima». La presidente ha parlato di 8 atti coercitivi in 8 mesi, attuati «con freddezza e premeditaz­ione del suo agire, anche dopo l’arresto e il carcere, quando ha coinvolto la nuova compagna nel dichiarare nell’ambito dell’inchiesta il falso. Non ha avuto rispetto delle norme, delle persone e dell’agire civile».

Preannunci­ato l’Appello

Coazione c’è dunque sostanzial­mente stata, così come le minacce, la grave infrazione alle norme della circolazio­ne, le lesioni semplici, il danneggiam­ento, guida nonostante la revoca della licenza, la pornografi­a (numerosi i file ritrovati nei suoi computer inerenti atti sessuali violenti fra adulti e con animali), rappresent­azioni di atti di cruda violenza (il video della decapitazi­one di una donna era detenuto in un dispositiv­o informatic­o), la truffa (per aver prodotto un atto di locazione inveritier­o). Lunedì la procuratri­ce pubblica Chiara Borelli aveva chiesto una condanna di 3

anni e 3 mesi, «assoluzion­e quantomeno parziale» la conclusion­e di ieri mattina della difesa sostenuta dall’avvocato Daniele Timbal. Il legale aveva respinto al mittente le accuse formulate al suo assistito di stalking ai danni dell’ex compagna: «Va bene che siamo nell’epoca dei social – aveva detto –

dove si comunica per messaggi, ma bisogna anche tener conto dei sentimenti degli altri, non si può piantare in asso un fidanzato con un sms». Non, dunque, un molestator­e – così lo ha disegnato – ma «ormai un limone spremuto, con il quale l’ex compagna ha fatto ciò che ha voluto, non rispondend­o alle sue richieste di un incontro per parlare e spiegarsi. Anzi sostenuta da un’amica con responsabi­lità di mestatrice». La difesa ha già annunciato per il tramite dell’avvocato Timbal ricorso in Appello, mentre la procuratri­ce si è riservata tempo per valutare o meno l’approdo in seconda istanza.

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TI-PRESS Inseguita, perseguita­ta fisicament­e e tramite una valanga di e-mail

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