Ladies più compatte e più forti
Le bianconere sognano la doppietta. Ma per il presidente Sidney Piaget ‘il Reinach resta la squadra da battere’.
Avanti tutta. Questo sembra essere decisamente l’anno delle Ladies bianconere, perfettamente in corsa per centrare la doppietta Coppa-campionato. A dirlo è il ruolino di marcia delle ragazze di Steve Huard che, dopo aver chiuso al comando la regular season, stanno dominando il master round intermedio e si sono pure qualificate per il final four di Coppa Svizzera. E a sognarla, questa doppietta, è un po’ tutto l’ambiente che ruota attorno alle bianconere. Anche se, scaramanticamente, il presidente dell’Hc Ladies Lugano, Sidney Piaget, preferisce tenere un profilo basso: «Obiettivo doppietta? Sarebbe bello, non lo nego, ma non facciamoci illusioni, almeno per ora. Come primo anno dopo il drastico cambiamento alla guida tecnica il nostro obiettivo era, e rimane, quello di creare una base solida, su cui poter costruire il futuro. Se poi arrivano medaglie e coppe, beh, tanto meglio. Il fatto che i risultati ci stiano premiando già adesso è fantastico, anche perché affatto scontato. Se ci ritroviamo con questo margine sulle inseguitrici è anche perché sono loro che hanno perso terreno nei nostri confronti. Lo Zurigo si è un po’ indebolito (chiuso l’anno olimpico, alcune giocatrici hanno smesso, altre ancora hanno cambiato club), e il Reinach (rinforzatosi appunto grazie all’arrivo di un paio di giocatrici ex Zsc e non da ultimo dell’ex bianconera Raselli) è sì cresciuto, ma non in modo così marcato. Al di là della classifica, comunque, la squadra da battere è il Reinach». Che però, in Coppa, è stato sorpreso nei quarti dallo Zurigo... «Già, ma ciò non vuol dire che il final four sarà una passeggiata». Intanto però il Lugano è reduce da un fine settimana a trazione anteriore: vittoria a doppia cifra (1-15) in casa del Bomo e altrettanto perentorio successo in casa del Brandis (0-9), per un bilancio
Da un successo all’altro
di 24 reti segnate e una sola incassata... «È stato un weekend assai redditizio. Grazie alla vittoria con il Bomo e al fatto che Zurigo e Reinach si sono mangiati punti a vicenda, abbiamo ulteriormente allungato in vetta alla classifica. A chiudere in bellezza il weekend ci ha poi pensato il successo in scioltezza a spese delle bernesi del Brandis in Coppa. Ottimi risultati, certo, ma che devono comunque farci tenere i piedi per terra. Iprimi a essere sorpresi dalla classifica siamo noi stessi». Nel senso che non vi attendevate un Lugano così performante? «Il drastico cambiamento di questa estate portava con sé non poche incognite. L’arrivo di un nuovo staff tecnico, la partenza di un paio di giocatrici di peso e non da ultimo una nuova straniera (la statunitense Kathleen Leary, ndr) erano tutte variabili che imponevano cautela in sede di pronostici». Ma che, all’atto pratico, sono state ottimamente assorbite dal gruppo... «È stato un po’ come ripartire da zero. Allenamento dopo allenamento, settimana dopo settimana, siamo però riusciti a costruire un gruppo solido, tecnicamente valido e ambizioso, riuscendo a battere anche le più forti del gruppo». Si diceva del profondo cambiamento di cui è stata oggetto la squadra, a cominciare dalla guida tecnica... Parliamo di Huard: che tipo di allenatore è? «È un tecnico molto competente. Ha portato a Lugano un nuovo modo di lavorare, mettendo ancora di più l’accento sull’importanza del gruppo. I risultati che stiamo ottenendo sono la conseguenza del lavoro svolto in allenamento. Se la squadra riesce a portare in partita ciò che viene provato in settimana, i frutti sono lì da cogliere. A livello didattico, Steve è eccezionale; è riuscito a dare un’impostazione tattica al gruppo, che prima era solo approssimativa, puntando molto sulla velocità. Se in passato le Ladies si affidavano prevalentemente alla bontà di un paio di soliste, quest’anno siamo davvero un gruppo compatto e coeso. Huard ha la dote di individuare le qualità di ciascuna ragazza e di trovare il modo di impiegarla al meglio nella dinamica di squadra. Prova ne è il fatto che l’unico inciampo in regular season, a Zurigo, l’abbiamo avuto quando il collettivo non è funzionato. Altrimenti, facendo leva sulla solidità del nostro gioco, è stato un percorso quasi netto».