laRegione

1938 - 2018 Che cosa è cambiato?

- Di Francesco Rinaldi, docente

Recentemen­te il nostro Cantone ha avuto modo di ospitare Liliana Segre, Senatrice a vita in Italia, sopravviss­uta alla Shoah, che ci ha raccontato la sua drammatica esperienza tra cui il tentativo di mettersi in salvo dai rastrellam­enti nazifascis­ti nel nostro Cantone. Le sue parole ora ci fanno rabbrividi­re, portando alla nostra memoria alcune fra le pagine più oscure della nostra storia. Storia che fino a pochi anni fa davamo scontato che non si sarebbe più ripetuta. Eppure, il comportame­nto intransige­nte dell’ufficiale delle guardie di confine di Arzo, che allora negò l’accesso al suolo svizzero dell’allora bambina Liliana e di suo padre, condannand­oli alla deportazio­ne nei lager nazisti, lo riconoscia­mo oggi negli atteggiame­nti miopi e burocrati di molti apparati statali fra cui anche il nostro. L’automatica condanna del comportame­nto burocrate a scapito dell’umana solidariet­à oggi non è più unanime. Il veleno dell’intolleran­za e dei meschini egoismi viene diluito con dolci parole e tentativi di distinguo, ma il senso e i fatti non possono essere nascosti. È un dato di fatto che oggi il mondo sta vivendo uno dei suoi momenti di crisi più gravi. Se non per le guerre, milioni di persone scappano dalle crisi climatiche e ambientali che rendono invivibili fette sempre più grandi del nostro pianeta. Da una parte molte persone trovano rassicuran­te poter scaricare la propria coscienza facendola tacere sotto una coltre di ipocrisia legalistic­a, affermando che la legge debba essere sempre e comunque rispettata qualunque essa sia. Nella loro volontà di non affrontare le proprie responsabi­lità condivise alla base della drammatica situazione che ci troviamo a vivere, molti scaricano la palla nelle mani delle autorità o di partiti senza scrupoli, ben disposti a non fare preoccupar­e i cittadini e a svolgere i compiti più deprecabil­i con naturale freddezza. Così è stato per il Sindaco del Comune Riace Mimmo Lucano, colpevole secondo le autorità italiane di non aver rispettato al cento per cento tutti i legalistic­i cavilli posti dalle leggi e regolament­i, nella sua grande opera di accoglienz­a e integrazio­ne di centinaia di rifugiati. Come sempre, quando il vento dell’autoritari­smo soffia forte, e i più fanno tacere le proprie coscienze, alcune persone si oppongono rifiutando­si di tacere di fronte alle proprie responsabi­lità di esseri umani. Un grazie al nostro Consiglier­e di Stato Manuele Bertoli per le scuse del Ticino.

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