laRegione

Io, Israele e l’antisemiti­smo

- Di Adriano Venuti, membro di direzione del Partito socialista

Sembra impossibil­e, ma ancora oggi c’è chi non si rende conto di quanto orribile sia stato quello squarcio della storia che ha visto imperversa­re odio e morte sullEuropa degli anni 40 del secolo scorso. Altrettant­o preoccupan­te e sconcertan­te è vedere la facilità con cui viene banalizzat­o e deriso uno dei più grandi drammi dei nostri giorni, quello che vede milioni di persone costrette a fuggire da Paesi colpiti da fame e guerre. La cosa più triste, però, è vedere come gente che, pur essendo istruita, riesce a fare degli iperbolici salti mortali pur di denigrare ogni povero disperato in cerca di un futuro migliore, e che faccia ciò dal suo fortino virtuale senza essere in grado di provare, anche solo per una volta, ad andare a sentire le storie che accompagna­no questi viaggi della disperazio­ne. Succede che nei giorni scorsi una donna sopravviss­uta ai campi di concentram­ento hitleriani, convinta che la Storia possa insegnare ancora qualcosa alle nuove generazion­i, venga in Ticino per raccontare la sua esperienza e per tornare in quel luogo dove un solo passo in più le avrebbe probabilme­nte permesso di evitare gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Succede anche che un uomo di Stato abbia sentito il suo intimo bisogno e allo stesso tempo quello di molte e molti ticinesi di scusarsi con quella donna che nel dicembre del 1943, in fuga dal nazi-fascismo, presentand­osi al valico di Arzo in cerca di salvezza, trovò la porta chiusa. Ma un altro uomo di Stato, spinto da un impellente bisogno di usare il suo vocabolari­o dello sfottò, quello fatto di “k” e “$” messe a caso, piuttosto che per una volta ritirarsi in intima meditazion­e, preferisce cogliere la palla al balzo per poi tirarla in giro a caso. E allora si getta nei più bassi luoghi comuni relativi alla Sinistra ticinese (ma poi, cosa ne sa lui che di sinistra sicurament­e non è?!). E così, noi che siamo di sinistra diventiamo magicament­e alimentato­ri di antisemiti­smo. Non voglio parlare per tutta la sinistra ticinese, non credo di essere abilitato a rappresent­arla. Ma facendone parte, mi sento un po’ tirato in ballo. E quindi, se mi è concesso, vorrei dire brevemente come la penso. Lo dico, ahimè per lui e per i suoi fans, da “uomo politico”, non certo da “fuco” funzionari­o pubblico. Si tenga forte il nostro statista: io detesto e disprezzo molti dei governi di Israele che si sono succeduti negli anni. Detesto quei governi di Israele che hanno incoraggia­to e facilitato l’insediamen­to di Colonie ebraiche nei territori Palestines­i. Non perché non credo nella libertà di movimento dei popoli, anzi, ma perché quello è stato ed è un gesto provocator­io e prevarican­te contro il popolo palestines­e. Disprezzo quei governi di Israele che hanno rinchiuso e che ancora detengono gran parte del popolo palestines­e in quella maledetta prigione a cielo aperto che si chiama Striscia di Gaza, dalla quale e per la quale nulla e nessuno entra o esce senza l’autorizzaz­ione del governo di Israele. Credo, per contro, che esista una grande parte di israeliani capace di distanziar­si dalle violenze e dagli abusi dei propri governi, israeliani consci che la pace tra Israele e Palestina passa dal reciproco riconoscim­ento dei popoli. Ecco, si scagli contro di me chi non vuol vedere la differenza che corre tra governanti e governati; chi dalla storia non ha purtroppo imparato nulla; chi ha voglia di dare sfogo al suo dizionario del dileggio, chi non vuol capire che solo il rispetto e il riconoscim­ento dei popoli potranno salvare questa degradata società dell’individual­ismo.

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