È morto Corrado Barenco
Profondo conoscitore della politica federale, è stato collaboratore di Laura Sadis. Ducry: ‘Con lui nulla era banale’. Canetta: ‘Ha dato alla Rsi il senso dell’impegno civile’.
Il giornalista, volto noto della Rtsi e già collaboratore della consigliera di Stato Laura Sadis, è deceduto ieri a Bellinzona dopo una lunga malattia. Aveva 70 anni.
Si è spento ieri a Bellinzona Corrado Barenco, giornalista e volto noto della Rsi. ‘Baco’ (anzi ‘il Baco’, perché per chi lo conosceva era unico) combatteva da tempo contro un brutto male. Aveva 70 anni. Padre di due figli, giurista di formazione, laureato all’università di Berna, Barenco ha lavorato per quasi trent’anni alla Rtsi, dove è approdato nel 1979 dopo una prima esperienza professionale nell’amministrazione federale. Per oltre tre lustri, come corrispondente della radiotelevisione, racconta la politica di Palazzo federale. Nel 2008, all’età di 59 anni, rientra in Ticino, nella sua Bellinzona, per ricoprire la funzione di collaboratore della consigliera di Stato Laura Sadis. «Baco, perché nessuno lo chiamava Corrado, è il collega che mi ha spiegato mille cose di Palazzo e della politica federale – racconta il direttore della Rsi Maurizio Canetta –. Per lui era soprattutto una passione. Aveva una tale curiosità e una capacità di penetrare i meccanismi della politica da essere, dopo tanti anni a Palazzo, più addentro nei temi dei politici stessi. E così, quando conduceva un dibattito o faceva un commento o un pezzo, centrava sempre il tema, fino al minimo dettaglio. La voce profonda, il senso della notizia, la cadenza ticinese che diventava un modo di essere e non intaccava la forza del pensiero e del giudizio: era un giornalista e un uomo generoso. Quando parlava tutti lo stavano ad ascoltare perché nei giudizi – a volte secchi – o nelle sue valutazioni c’era sempre qualche cosa da imparare. Credo che Baco abbia dato alla Rsi e al servizio pubblico il senso profondo dell’impegno civile, perché voleva capire, ma soprattutto spiegare quel mondo di cui è stato testimone e narratore». Con il suo arrivo a Palazzo delle Orsoline, nasce l’amicizia con Jacques Ducry, parlamentare e compagno di Sadis. «Ci siamo sentiti ancora negli ultimi giorni – ricorda Ducry –. Baco ha avuto una grandissima forza di volontà nell’affrontare la sua malattia. Lo ha fatto sempre in modo molto lucido, senza sconforto, in modo molto intelligente, come del resto era lui». Un uomo, «il Baco», a volte di poche parole. «Per questo con lui non c’era mai nulla di banale. Centellinava tutto e dunque quel che esprimeva era sempre di estremo valore». Dal carattere «molto ‘tosto’, tutto d’un pezzo, era parecchio rigoroso con sé stesso e dunque lo era anche con gli altri. Inflessibile sui principi del progressismo e della giustizia vera», sapeva «ridere e scherzare».
La passione per l’hockey e quella per Cuba, dove si è recato per un mese lo scorso ottobre
Lo si poteva incontrare spesso alla Valascia a tifare Ambrì. Oppure a Bellinzona. Oppure ancora... a Cuba, isola per cui aveva una vera e propria passione. L’ultimo viaggio è di ottobre, vi è rimasto un mese, in compagnia – tra gli altri – proprio di Ducry. «Con lui ci siamo stati altre cinque volte negli ultimi otto anni. La prima in occasione del 1° maggio 2010. Baco era diventato ‘il nostro comandante’». Di Cuba «non negava i problemi, ma metteva anche in evidenza l’umanità nell’approccio dei cubani agli altri».
La passione di Barenco per l’isola caraibica lo ha portato a diventare membro di comitato dell’associazione SvizzeraCuba. «Ricordo sempre la cena con la figlia di Raul Castro nel maggio del 2010» da cui scaturisce un invito a partecipare ad un dibattito in Ticino. Dibattito tenutosi al teatro di Locarno «con Baco moderatore. E nonostante il suo ruolo, davanti a tutto il pubblico, ha concluso con ‘Hasta la victoria siempre’. Questo era lui». L’ultimo incontro tra Ducry e Barenco risale a «tre sabati fa. Mi ha invitato a casa sua a mangiare la gallina bollita. Era sereno». I funerali avranno luogo domani alle 15.00 presso il crematorio di Bellinzona. Tutta la redazione della ‘Regione’ è vicina al figlio e collega Fabio e a tutta la famiglia in questo triste momento.