Niente internamento a vita
Confermata la sentenza di prima istanza nei confronti del pluriassassino di Rupperswil Il Tribunale d’appello argoviese giudica il 35enne non refrattario in modo durevole alle terapie. Respinte le richieste dell’accusa e della difesa.
Il Tribunale d’appello argoviese ha respinto sia la richiesta della difesa che quella della pubblica accusa e ha confermato la misura dell’internamento ordinario per l’uomo di 35 anni già condannato per il ‘massacro di Rupperswil’ (vedi a lato). Il Tribunale cantonale di Aarau era chiamato ieri a decidere unicamente su tale misura. La sentenza di colpevolezza e la pena della detenzione a vita (ergastolo) per il pluriassassino di Rupperswil, decise lo scorso mese di marzo dalla prima istanza, sono invece già passate in giudicato. La difesa del 35enne – che ieri non è stato accompagnato in aula avendo ottenuto una dispensa – ha fatto appello chiedendo la sospensione dell’internamento ordinario. L’accusa ha da parte sua ribadito la richiesta dell’internamento a vita per il pluriassassino (vedi box). Nessuna delle due ha ottenuto ragione. Le condizioni per ordinare un internamento a vita non sono date, ha detto in aula il presidente del Tribunale d’appello. La legge richiede che un imputato sia giudicato da due periti indipendenti durevolmente (cioè: fino alla sua morte) refrattario alla terapia. Non è il caso del 35enne autore del massacro di Rupperswil. L’internamento ordinario è la misura appropriata per lui (vedi box). Anche il Tribunale d’appello ha basato la sua decisione su due perizie psichiatriche indipendenti. Entrambe hanno stabilito che l’imputato non è da considerare durevolmente refrattario ad una terapia. I loro autori, esperti riconosciuti, hanno ribadito ieri in aula le diagnosi, sottolineando che i disturbi sono curabili e che l’imputato è pronto a sottoporsi a una terapia. Per quanto lunga e difficile questa possa essere (i primi frutti non dovrebbero essere visibili prima di 10-15 anni, è stato fatto notare), il pluriassassino non è da considerare refrattario in modo durevole ai trattamenti. La conclusione a cui sono giunti i periti era stata demolita di recente dal noto psichiatra zurighese Frank Urbaniok. Gli esperti hanno respinto le sue critiche. Su richiesta della pubblica accusa, la corte ha poi revocato la terapia ambulatoriale decisa in prima istanza. Se già una misura stazionaria – a detta degli esperti – non riduce significativamente il rischio di recidiva dell’uomo, non si vede come lo possa fare una terapia ambulatoriale, ha rilevato il presidente del Tribunale d’appello argoviese. Il pluriassassino pedofilo non potrà peraltro mai più svolgere attività con bambini e adolescenti. Il tribunale ha accolto una richiesta della pubblica accusa in tal senso. Il 35enne già prima del processo aveva accettato la misura.