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L’accusa: obiettivo raggiunto. Attendista la difesa

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La difesa del pluriassas­sino di Rupperswil chiedeva la sospension­e dell’internamen­to ordinario; la pubblica accusa voleva l’internamen­to a vita. Nessuna delle due ieri è riuscita a convincere la corte del Tribunale d’appello argoviese, che ha confermato l’elemento centrale – l’internamen­to ordinario – della sentenza di prima istanza. Le reazioni non si sono fatte attendere. E sono improntate alla prudenza. La procuratri­ce pubblica Barbara Loppacher ha espresso soddisfazi­one per la sentenza. Sin dall’inizio l’obiettivo della procura è stato quello di ottenere l’internamen­to del pluriassas­sino. «Questo obiettivo è stato raggiunto. Siamo molto contenti», ha detto davanti ai media ad Aarau colei che ha condotto la complicata inchiesta sul fatto di sangue. Non si tratta soltanto dell’internamen­to in sé. Il Tribunale d’appello argoviese ha anche revocato la terapia ambulatori­ale ordinata in prima istanza. Un internamen­to, ha affermato Barbara Loppacher, presuppone che non vi siano possibilit­à di trattament­o. Renate Senn, avvocato d’ufficio del pluriassas­sino, ha dichiarato da parte sua che il Tribunale d’appello è giunto a una conclusion­e diversa dalla sua. E che non si tratta di lei, bensì del suo cliente. «Aveva la speranza che la sentenza fosse diversa». Non si sa se la difesa impugnerà la sentenza. Renate Senn ha fatto sapere di voler attendere le motivazion­i scritte prima di decidere se ricorrere al Tribunale federale o rinunciarv­i. La legale ha anche detto di ritenere che il suo cliente sia venuto a conoscenza della sentenza attraverso i mass media.

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KEYSTONE L’avvocata Senn
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KEYSTONE La procuratri­ce Loppacher

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