L’espansione continuerà
La Banca nazionale svizzera per ora non cambia la propria politica monetaria I tassi d’interesse rimangono in territorio negativo (-0,75%). L’istituto di emissione resta vigile sul mercato dei cambi dove il franco è ancora caro.
La Banca nazionale svizzera (Bns) mantiene ancora invariata la sua politica monetaria espansiva, vista la fragile situazione sul mercato dei cambi. Riviste invece al ribasso le previsioni sulla crescita dell’economia elvetica per quest’anno e il prossimo. Gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso la Bns sono stati confermati come pure il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi fra il 1,25% e il -0,25%. “Attualmente non c’è motivo di cambiare la politica monetaria”, ha dichiarato alla stampa a Berna Thomas Jordan, presidente dell’istituto di emissione. “Le incertezze economiche e politiche espongono i tassi di cambio a rischi di forti e brusche fluttuazioni”, ha spiegato. Da settembre il franco si è leggermente deprezzato, principalmente grazie al rafforzamento del dollaro. La divisa svizzera resta comunque a un livello elevato e la situazione del mercato dei cambi rimane fragile, scrive la Bns in un comunicato. “Una normalizzazione della politica monetaria nell’Unione europea sarebbe un buon segno per noi”, ha detto Jordan. Per il momento però la Bns “continua a intervenire sul mercato dei cambi secondo necessità, tenendo conto della situazione di tutte le valute”. Per il 2018 l’istituto prevede una crescita del Pil leggermente inferiore, intorno al 2,5% (3% in precedenza), mentre nel 2019 sarà dell’1,5% circa. La crescita dell’economia mondiale nei prossimi trimestri dovrebbe rimanere solida. A breve termine, sarà leggermente al di sopra del potenziale, beneficiando di un miglioramento del mercato del lavoro e della politica monetaria espansiva nei Paesi industrializzati, poi è previsto un rallentamento a medio termine. La Bns sottolinea che esistono rischi significativi, dovuti in particolare alle incertezze politiche e alle tendenze protezionistiche. In Svizzera, nel terzo trimestre il Pil è diminuito dello 0,9% su base annua. Tuttavia, grazie alla forte crescita registrata fino a oggi, è ancora superiore del 2,4% rispetto all’anno precedente. “Dopo diversi trimestri di crescita molto forte, era prevedibile che la dinamica si sarebbe indebolita. Ma il calo del Pil è dovuto anche a fattori temporanei”, afferma l’istituto di emissione. Per quanto riguarda l’inflazione, la previsione è stata leggermente rivista al ribasso: per il 2018 la Bns continua a puntare su un’inflazione dello 0,9%, mentre per il 2019 ha corretto la stima allo 0,5%, invece dello 0,8%, e per il 2020 all’1%, contro l’1,2% del trimestre precedente.