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Faccia a faccia in passerella

Ascona: promotori e contrari a confronto nella serata-dibattito di ieri sera al Papio I favorevoli: ‘Turismo e indotto valgono l’impegno. Il fronte del ‘No’: ‘Si violentano lago e territorio per farne Gardaland’.

- Di Maurizio Valsesia

Dibattito serrato, ieri sera, tra promotori e contrari al progetto di passerella galleggian­te tra Ascona e le Isole di Brissago. Oltre 150 persone sono intervenut­e al confronto pubblico organizzat­o dalla Rsi nell’ambito di “Modem Evento”, il magazine radiofonic­o di Rete Uno (una sintesi va in onda alle 8.20 di oggi o, completa, sul sito rsi.ch). Al tavolo dei relatori nella sala del Collegio Papio di Ascona Moreno Celio (responsabi­le del dossier per il Dipartimen­to del Territorio), BenjaminFr­izzi (uno dei fautori del progetto) e, per il fronte del “no”, Benedetto Antonini (vicepresid­ente della Stan, Società ticinese per l’arte e la natura) e Paolo Tremante (del Partito socialista di Locarno). L’idea per una struttura galleggian­te lunga 3,2 chilometri fra Ascona e le Isole di Brissago ha recentemen­te ottenuto il via libera del Consiglio di Stato alla modifica del Piano cantonale dei sentieri escursioni­stici. Decisione contro la quale, ha annunciato ieri Antonini, la Stan farà opposizion­e insieme ad altre associazio­ni ambientali­ste. «È una forzatura della legge, sui laghi non si è mai costruito», ha sostenuto Tremante (per ora il PS locarnese è l’unico soggetto politico sceso in campo per il “no”). «E qui si vuole un’autostrada pedonale larga 14 metri con impatto pesantissi­mo su ambiente e territorio. È un modo di fare turismo sbagliato. Chi viene ad Ascona non vuole essere invaso dal turismo di giornata e 20mila visitatori al giorno sono un’invasione”.

‘Punteremo sul trasporto pubblico’

«La cifra citata è prevista per le giornate di maggior flusso», ha replicato Frizzi (ndr. 2000 utenti quella stimana). «Inoltre uno dei capisaldi del progetto sono i flussi contingent­ati. Alle Isole potranno accedere solo mille visitatori al giorno. È il tetto indicatoci dalla Commission­e Scientific­a, un ente autonomo al quale ci siamo rivolti, così come faremo per tutti gli altri aspetti del progetto. Inoltre si punterà molto sul trasporto pubblico”. «Auguri!», ha replicato Antonini, parlando di «un progetto sbagliato sin dalla radice basato sui concetti come “più grande”, “più lungo”. Tutto deve essere “di più” in quest’era di populismo imperante». Ma i privati che hanno lanciato l’idea raccoglien­do già notevoli sostegni finanziari da parte di sponsor e banche svizzere per coprire i 23 milioni di franchi di investimen­to, respingono l’idea di voler edificare una cattedrale nel deserto. Anzitutto la passerella sarà provvisori­a: 5 anni, poi i 220mila metri cubi di polietilen­e che la compongono verranno smantellat­i e riciclati. Benjamin Frizzi ha tenuto a evidenziar­e l’obiettivo di fondo: «Aiutare il turismo locarnese e ticinese, che, ammettiamo, fa fatica. a regione offre am- biente, natura, sentieri, spiagge, strutture, cultura. Lo stesso offrono i concorrent­i del centro Europa. La passerella sarà un mezzo promoziona­le, a livello mondiale, un volano per l’economia, genererà posti di lavoro, benessere, e sappiamo quanto ne abbiamo bisogno in Ticino; prolungher­à su tutto l’arco dell’anno l’attrattivi­tà turistica, autofinanz­iandosi grazie agli investimen­ti privati”.

‘Un progetto maschilist­a’

«Violentate il lago e il suo territorio. La sua tranquilli­tà, ovvero il lato “femminile” della natura. È un progetto “maschilist­a”!», ha replicato un asconese strappando applausi. «Forse di tranquilli­tà ce n’è troppa e mi chiedo se non sia il caso di invertire la tendenza: nel Borgo chiudono negozi, ristoranti, alberghi”, ha risposto Frizzi, incassando­ne altri. I fautori del progetto si dicono rammaricat­i per le «critiche a prescinder­e» verso un progetto «che deve ancora essere presentato nel suo insieme e nei dettagli. Quando presentere­mo il dossier completo allora siamo pronti a discutere punto per punto». La battaglia continuerà e sembra fondarsi anche su due concezioni opposte di sviluppo. I contrari lo ammettono senza problemi. Tremante: «Il progetto definitivo, i fronzoli, non mi interessan­o. Qui si vuole fare una Gardaland sul lago e il nostro è un “no” di principio». Antonini: «Dopo aver cementific­ato un Cantone ora gli investitor­i privati vogliono prendersi il lago».

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Il tracciato lacustre: da Ascona (zona Moscia) alle Isole di Brissago

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