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Campione, la Città che fa? Caveau, estradato il ladro

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“Come reputa l’esecutivo la proposta del presidente del governo Claudio Zali di dedurre gli importi dei servizi offerti dai ristorni versati all’Italia?”: è una delle domande poste al Municipio di Lugano dall’interrogaz­ione presentata dal consiglier­e comunale Andrea Censi (Lega). “La montagna di debiti finora accumulata da Campione d’Italia sta lievitando e presto qualcuno sarà chiamato ad assumersen­e le conseguenz­e, Città di Lugano in primis, scrive Censi. Ma il dossier, di competenza federale, sembra sia stato preso sotto gamba da Berna, continua il consiglier­e comunale, secondo cui, invece, il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali si è dimostrato sensibile a questa situazione, mettendo sul tavolo una proposta concreta: se il Ticino sarà chiamato ad anticipare del denaro per questi servizi offerti a Campione, i relativi importi verranno subito scalati dai ristorni versati all’Italia e vincolati agli stessi. Da qui, le altre domande: la Città ha preso coscienza della delicata situazione? Cosa intende fare in quanto creditrice per incassare il dovuto? Aveva rifiutato l’estradizio­ne in Svizzera Angelo Carbone, 62enne residente a Como, dopo l’arresto a Vicenza avvenuto il 29 ottobre dell’anno scorso, il giorno dopo il furto. L’uomo è ritenuto l’autore dello svuotament­o di tre cassette di sicurezza nel caveau dell’ufficio cambi “Free Money Sa” di Castagnola, dove aveva lavorato. Al 62enne era stato notificato il mandato di cattura internazio­nale ordinato del pp Zaccaria Akbas. Ieri, a oltre un anno dai fatti, l’uomo è stato estradato e dovrà rispondere del furto in un’aula penale. Le immagini di videosorve­glianza lo incastrano senza ombra di dubbio: lo si vede con un piede di porco, un cacciavite e uno scalpellin­o, scassinare le tre cassette di sicurezza poi svuotate. Non era uno qualunque, bensì una persona ben conosciuta dai titolari dell’ufficio cambi. Gli investigat­ori non escludevan­o una razzia su commission­e ma è ignoto il contenuto delle tre cassette scassinate. Rimane strano il fatto che Carbone, su ottanta cassette di sicurezza, ne abbia prese di mira solo tre, e non a caso.

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TI-PRESS Ne aveva svuotate tre su 80

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