laRegione

Casse comunali, stop al saccheggio

- Di Gianluca Padlina

L’annosa questione relativa agli ingenti oneri posti a carico dei Comuni da parte del Cantone è recentemen­te tornata alla ribalda grazie all’iniziativa “Per Comuni forti e vicini al cittadino”, promossa dai Municipi dei Comuni di Canobbio, Gambarogno, Melide e Vernate. Un tema particolar­mente sensibile perché il travaso di oneri (ma anche di compiti) al quale abbiamo assistito in questi anni è stato massiccio, continuo e unilateral­e, nel senso che, nei rapporti tra enti pubblici, a rimetterci sono stati sempre, e solo, i Comuni. Comuni che negli anni hanno visto progressiv­amente erodersi, (...)

di Gianluca Padlina, consiglier­e comunale, membro della Commission­e della gestione

Segue dalla Prima (...) in maniera sempre più stringente, il margine di autonomia nell’impiego dei fondi di cui dispongono e che essenzialm­ente sono quelli che derivano dall’imposte pagate dalle persone fisiche e giuridiche insediate sui rispettivi territori. Secondo l’organizzaz­ione federalist­ica del nostro Stato, ogni livello istituzion­ale è tenuto di principio ad assolvere i compiti che gli sono demandati grazie alle entrate di cui dispone. È quindi un’assoluta eccezione quella per cui il livello istituzion­ale inferiore sia chiamato a partecipar­e al finanziame­nto dei compiti del livello superiore. Un’eccezione di cui il Cantone ha tuttavia abusato per anni, preferendo spremere oltre misura i Comuni, piuttosto che procedere a contenere le proprie spese. Visto che in questo periodo (preelettor­ale) da più parti hanno iniziato a sentirsi discorsi trionfalis­tici, basati sul fatto che il Cantone sia riuscito a tornare nelle cifre nere, è opportuno riportare il campanile al centro del villaggio, ricordando che le autorità cantonali hanno ben pochi meriti da rivendicar­e. Questo giacché il risanament­o dei conti cantonali è stato possibile solo perché (1) il Cantone ha potuto attingere a risorse che non erano di sua competenza, (2) il Cantone ha potuto beneficiar­e (largamente) di entrate inattese in provenienz­a dalla banca nazionale svizzera e, infine, (3) perché è intervenut­o a più riprese nei confronti dei propri dipendenti, imponendo misure e sacrifici di vario genere. Visto comunque che, finalmente, si è ritornati nelle cifre nere, al secondo anno consecutiv­o di utili e con una pianificaz­ione finanziari­a che conferma il trend, non può esserci più alcuna giustifica­zione per mantenere in essere il saccheggio delle casse comunali. Di sicuro non sono valide le ragioni che il Governo ha indicato nella lettera inviata a tutti i Municipi, nell’intento (vano) di farli desistere dall’aderire all’iniziativa, visto che la riforma fiscale a livello federale è ancora di là da venire e, comunque, sarà oggetto di trattazion­e se e quando si dovesse concretizz­are e Ticino 2020 è un cantiere permanente ormai da anni e sembra destinato ad essere la classica montagna che non sarà in grado di partorire nemmeno un topolino. Esattament­e come il Piano cantonale delle Aggregazio­ni che, continuand­o a propugnare una riduzione manifesta- mente assurda del numero dei Comuni, non potrà che risolversi in un nulla di fatto e, conseguent­emente, unicamente in un vergognoso sperpero di fondi pubblici. Il fatto che, nel frattempo, numerosiss­imi Comuni abbiano aderito all’iniziativa è in ogni caso un segno che il vento sta cambiando e che non sia più ammissibil­e che il Cantone si rapporti ai Comuni, trattandol­i alla stregua di semplici unità amministra­tive a lui subordinat­e. Cosa che i Comuni non sono affatto, visto che secondo il nostro ordinament­o giuridico, dispongono di un’autonomia costituzio­nalmente garantita. Un’autonomia purtroppo sempre più minacciata, che merita tuttavia di essere difesa con forza. In questo senso l’iniziativa dei Comuni segna un primo passo importante, che speriamo sia di buon auspicio per l’anno entrante.

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