Coltivare un’altra St. Moritz
Il neo-sindaco Christian ‘Jott’ Jenny, tenore e produttore, vuole attirare giovani e turisti ‘modesti’ Eletto a sorpresa, il 40enne entra in carica a giorni. La sua missione: restituire un’anima alla località engadinese, al di là del lusso e dell’alta sta
Nota ai più come località turistica prestigiosa, St. Moritz (Gr) ha eletto in ottobre un sindaco originale: Christian ‘Jott’ Jenny. Il tenore, artista e produttore zurighese vuole fare della cittadina engadinese un «centro alpino urbanizzato», attirando giovani e vacanzieri «modesti». «La stazione soffre dell’immagine che si è costruita», dice Jenny. Eletto sindaco a sorpresa, il 40enne senza partito risiede a St. Moritz da un paio d’anni. La sua famiglia vive a Zurigo. A suo avviso, concentrarsi sul lusso è possibile soltanto durante quattro-sei settimane nell’alta stagione. Il resto dell’anno questa strategia fa della rinomata località una cittadina senz’anima di 5mila abitanti. E così i giovani partono verso altri lidi e non ritornano più. «Dobbiamo offrire un’opzione a cittadini con redditi modesti e meglio far corrispondere la St. Moritz dei cataloghi con quella dei suoi abitanti», dichiara Jenny, che entrerà in carica il 2 gennaio. Lui ne è sicuro: il paese riprenderà vita tutto l’anno e il turismo ne beneficerà. «Immagino una città urbana di alta montagna dove si vive bene, ben collegata grazie ai trasporti pubblici. La mobilità è decisiva per imprese e startup. Vivere o recarsi a St. Moritz deve ridiventare cool e sexy». Durante la sua campagna elettorale, il produttore culturale zurighese ha insistito sulla sorte dei lavoratori stranieri, sovente obbligati ad abitare altrove, dove la vita è meno cara. «Senza di essi, St. Moritz non sarebbe St. Moritz! È giunto il momento di dar loro la parola». Jenny propone di accordare agli abitanti senza passaporto svizzero il diritto di voto e di eleggibilità sul piano comunale. Questo cantante d’opera, la cui vena satirica è incarnata dal suo personaggio sulla scena Leo Wundergut, organizza, da una decina d’anni, il Festival da Jazz di St. Moritz, un evento estivo di piccole dimensioni ma assai rinomato nella regione. In precedenza, lo zurighese ha organizzato produzioni teatrali e altri eventi culturali in Svizzera. Negli ultimi anni, ha trascorso circa il 50% del suo tempo nella stazione grigionese, dove è coinquilino dell’artista tedesco Rolf Sachs, erede del miliardario Gunter Sachs, nell’edificio principale del piccolo stadio delle Olimpiadi del 1928. «D’ora in poi, risiederò principalmente a St. Moritz».
Una cittadina divisa in due
La sua decisione di lanciarsi in politica è stata un atto spontaneo: «Ho percepito l’insoddisfazione di molti miei amici di St. Moritz, i quali mi hanno chiesto di candidarmi. L’idea è poi maturata in me. Sono una persona che si coinvolge molto nelle cose a cui tiene», afferma Jenny. Il duello elettorale che l’ha opposto al sindaco uscente Sigi Asprion (anch’egli senza partito), in carica da otto anni, ha fatto salire il tasso di partecipazione al 70%. Jenny si è imposto al ballottaggio per soli 72 voti. Tra i suoi elettori figurano in particolare giovani e astensionisti. «La gente sa che posso smuovere le cose», dichiara. Il fatto di non essere cresciuto nella regione non è più considerato un handicap. I tre sindaci che hanno preceduto lo zurighese avevano origini lucernesi, obvaldesi e argoviesi. Non bisogna però dimenticare che la sua elezione ha diviso i cittadini in parti uguali. Con questo «cambiamento di rotta» il nuovo sindaco dovrà «costruire ponti» e tendere la mano ai suoi oppositori, spiega Michael Pfäffli (Plr), membro dell’esecutivo di St. Moritz e del parlamento retico. «Il suo compito sarà arduo, poiché St. Moritz è la collettività pubblica grigionese più difficile da gestire dopo il cantone e il capoluogo Coira», sottolinea Pfäffli, secondo cui «le attese sono qui più elevate rispetto ad altre località». Stando alla consigliera comunale Karin Metzger Biffi (Ppd), che ha sostenuto Jenny in ottobre, il giovane sindaco non potrà «forzare il processo democratico», ma al tempo stesso «dovrà mantenere le promesse» fatte in campagna elettorale. Metzger Biffi è infatti all’origine di una mozione con la quale si chiede che il sindaco debba guadagnare 50mila franchi di meno (oggi: 230mila) dal 2019. Jenny si è detto favorevole alla proposta in campagna elettorale.