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Ucciso a coltellate nella casa di vacanza Sessismo, razzismo e... ageismo, altra in Messico: arriva la conferma del Dfae forma (tollerata) di discrimina­zione

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Il Dipartimen­to federale degli affari esteri (Dfae) ha confermato ieri mattina la notizia della morte di un cittadino svizzero di 84 anni, ucciso a coltellate nella sua casa di vacanza durante un tentativo di rapina ad Acapulco, in Messico. Ferita gravemente anche la moglie, di origine messicana e di 10 anni più giovane. Nel frattempo sono emersi dettagli sul contesto e le circostanz­e del delitto. La coppia era in vacanza nella località costiera sul Pacifico, nello Stato di Guerrero, indica il portale Bajo Palabra. I due erano arrivati ad Acapulco per partecipar­e a un matrimonio e poi avevano deciso di trascorrer­e in città un periodo di vacanze. L’aggression­e, avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì nel quartiere Club Deportivo, sarebbe stata compiuta da un solo individuo, rimasto nella casa dei due per quasi quattro ore, e fuggito intorno alle 6 del mattino. Acapulco e il resto dello Stato di Guerrero sono noti per l’alto livello di violenza delle locali bande criminali. Il Dfae raccomanda “massima prudenza in tutto il Paese”. ATS L’ageismo, ovvero la discrimina­zione degli anziani, è un fenomeno diffuso e la Svizzera non fa eccezione. Secondo uno studio svolto a livello europeo, il 28% delle persone sondate nella Confederaz­ione ha riferito di episodi di questo tipo, contro rispettiva­mente il 22% e il 12% per atti di sessismo e razzismo. Nel settore della salute il “30% delle persone di 70 anni e più hanno la sensazione di essere trattate in modo ingiusto a causa della loro età”, afferma Christian Maggiori, professore all’Alta scuola per il lavoro sociale di Friburgo, in un’intervista al quotidiano ‘La Liberté’. Secondo Maggiori, vi sono diversi fattori che spiegano l’aumento delle discrimina­zioni nei confronti degli anziani. Rispetto al razzismo e al sessismo, “l’ageismo è ancora relativame­nte tollerato”: non esistono leggi che vi si oppongono. Inoltre, le persone anziane sono spesso ritenute responsabi­li dell’aumento dei costi della sanità. Infine, i più giovani possono percepirle “come una minaccia per la propria pensione”. ATS

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