Il lusso, per pochi
Si facciano due calcoli, per onestà e chiarezza: in pochi anni il Cantone ha risparmiato 160 milioni sulle spalle dei disoccupati, delle famiglie e di chi non arriva a fine mese. Globalmente dal 2011 sono stati investiti 29,5 milioni in meno nelle misure di ri- lancio dell’occupazione. A cui si aggiungono 3,13 milioni l’anno grazie al “congelamento” delle indennità supplementari di disoccupazione votate all’unanimità dal Gran Consiglio 3 settimane prima delle elezioni cantonali 2015 (strana concomitanza di periodo) e mai entrate in vigore. Tagli e risparmi pure sugli assegni integrativi e di prima infanzia (Api/Afi) per un totale di 45,7 milioni dal 2015 e sui sussidi per la cassa malati per 84,5 milioni (oltre 29’000 in meno erogati rispetto al 2014). Insomma, mentre sempre più persone sono in difficoltà a pagare alloggi, cassa malati e a vivere dignitosamente, governo e maggioranza del parlamento fanno campagna sfoggiando un bilancio in nero, come il futuro che ci si presenterà presto all’orizzonte. A causa di questi tagli nel so- ciale i beneficiari di assistenza sono aumentati del 12,7% in un solo anno, il lavoro è sempre più introvabile, a meno di accettare salari “frontalieri” con cui nemmeno ci si paga un alloggio. In compenso la maggioranza avrà avuto “la soddisfazione” di aver accontentato aziende come la Kering, sotto inchiesta per evasione fiscale in Francia e in Italia per più di 1,3 miliardi di euro, e i super-ricchi, concedendo loro sgravi fiscali per ulteriori 52,5 milioni. Sembra impossibile, quasi grottesco, leggere la risposta all’interpellanza di Matteo Pronzini (proprio lui, che dà fastidio perché non molla nemmeno di un centimetro, mai) sugli introiti delle aziende nel settore della moda: 40 milioni in totale è quello che la tanto decantata “moda ticinese” porterebbe alle casse del Cantone, pari al 2% delle entrate fiscali globali! Valeva davvero la pena tagliare aiuti alle persone nel bisogno per concedere regali fiscali a grandi gruppi internazionali che rischiano di andarsene appena non potranno più approfittare dei nostri vantaggi fiscali? Avremmo potuto usare le risorse per sostenere le economie ticinesi, i disoccupati e le famiglie rilanciando anche la domanda interna anziché usare maquillage contabili e portare sul lastrico un Cantone che, diciamolo onestamente, di festeggiamenti natalizi non se ne può permettere.