Fintech, le prime risposte
I tempi d’oro della piazza finanziaria appartengono al passato. Il futuro si chiama tecnologia finanziaria digitale. Chiasso ha intrapreso da ormai qualche tempo questa strada. Quanto accade nella cittadina di confine, dove da un anno è possibile pagare le tasse comunali – fino a 250 franchi – in bitcoin è stato oggetto di un approfondimento pubblicato ieri dalla ‘Nzz’. “Una campagna pubblicitaria per il nostro centro finanziario digitale emergente che ha avuto una copertura mediatica internazionale enorme”, è il commento del sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, che conferma che finora la possibilità è stata sfruttata unicamente da un cittadino e che i bitcoin sono stati subito convertiti in franchi svizzeri. Quello che Chiasso intende fare, grazie anche alla vicinanza con l’Italia, è attirare start-up dal Nord della Penisola e potenziali fondatori di aziende del settore fintech. La testata zurighese evidenzia come gli stessi, in Svizzera, trovino una burocrazia più snella e condizioni fiscali più favorevoli. In tutto questo Chiasso – dove gli uffici sono meno cari rispetto a Lugano – potrebbe essere un apripista? Stando alle stime fornite da Athos Cereghetti, vicepresidente di Cryptopolis, l’associazione fondata a Chiasso che si occupa dello scambio di conoscenze e networking, sono al momento tra le 40 e le 50 le società che si sono insediate nel Ticino meridionale. Tra queste ci sono start-up dedicate allo sviluppo di software, altre che vogliono migliorare il crowdfounding digitale o creare portafogli digitali virtuali per le criptovalute. Altre ancora stanno lavorando su procedure per integrare le nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni. Il professor Sergio Rossi ha infine evidenziato che Chiasso e Zugo, difficilmente saranno in competizione perché non attirano operatori fintech dello stesso tipo.