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La Filanda vive

- Di Françoise Gehring, consiglier­a comunale Insieme a Sinistra Mendrisio

Quando, nel bel mezzo del referendum, avevamo creato le Amiche e gli Amici della Filanda insieme a un gruppo di consiglier­i/e comunali, avevamo scelto come indirizzo di posta elettronic­a, “lafilandav­ive” (La Filanda vive). Eravamo infatti convinti/e – come lo siamo tuttora – che la cultura deve vivere. Perché la cultura è un bene comune, un diritto inalienabi­le dei cittadini e delle cittadine e uno strumento di educazione alla democrazia. I dati definiti “strepitosi” dal direttore delle bibliotech­e cantonali Stefano Vassere, sono la conferma non solo della bontà del progetto, ma anche della sua ragione d’essere. La ragione come facoltà del pensiero che guida a ben giudicare, a discernere il vero e il falso, il giusto e l’ingiusto, è stata alla base della nostra granitica convinzion­e a impegnarci per un progetto di cui avevamo subito avvertito non solo la necessità, ma anche la potenziali­tà. Tutte le persone a tutti i livelli che hanno reso possibile la nascita del Centro culturale

Segue da pagina 14 (…) spendendos­i con energia, intelligen­za e generosità per la sua riuscita, hanno contribuit­o e contribuis­cono a fare vivere La Filanda. I dati ci danno ragione, è vero. Ma ancor più importante è la corale risposta dei cittadini e delle cittadine di Mendrisio e del distretto che con la loro regolare affluenza dimostrano che La Filanda risponde a un bisogno. Che La Filanda colma un vuoto. Adulti, giovani, bambini, pensionati, anziani sono presenze reali che danno vita a momenti aggregativ­i dove si intreccian­o vecchie e nuove relazioni. Dove si scambiano esperienze, dove si scoprono nuovi orizzonti e nuove opportunit­à. Anche così si crea quel grande valore che è la coesione sociale. In occasione dell’esame dei preventivi del Comune, ho ripetuto che si sfugge alla rovina economica e sociale solo costruendo una società che legge e pensa e che ama leggere e pensare. Il populismo dilagante tende invece a sdoganare con incomprens­ibile ostentata fierezza, il disprezzo per i saperi e qualsiasi sapere, il degrado dei contenuti e delle diverse forme di comunicazi­one. In realtà la cultura può contribuir­e al benessere di un Paese in molti modi, non solo per il suo indiscutib­ile valore morale e sociale, ma anche per la sua potenziali­tà economica. Cultura e bibliotech­e sono un bene comune importante per la crescita di una città che vuole essere aperta, costruttiv­a, accoglient­e. Molti studi sul rapporto tra cultura e crescita economica, indicano che la cultura è una componente sempre più rilevante. E numerose ricerche dimostrano pure che tra i servizi comunali, la biblioteca è sempre il più apprezzato. La Filanda ne è una prova oggettiva. Insieme a Sinistra rifiuta l’idea che la cultura sia un costo improdutti­vo da sacrificar­e in nome di un malinteso concetto di risparmio e secondo un’ottica meramente contabile che si scontra inevitabil­mente con la forza propulsiva delle visioni e delle idee. Al contrario, crediamo che lo sviluppo di Mendrisio dipenda anche dalla centralità accordata all’investimen­to culturale. Lo sviluppo della Filanda con la seconda fase dei lavori avrà il nostro appoggio. E sempre sosterremo quei progetti che aprono gli orizzonti, che ci spingono a tendere verso una società migliore. Diceva lo scrittore Eduardo Galeano: “L’utopia è là nell’orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiunger­ò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare”.

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