laRegione

Sicurezza, luce sul lato ignoto

- Di Alfonso Reggiani

Fregiarsi del merito, per tre anni consecutiv­i, di città più sicura della Svizzera non basta. Municipio di Lugano e Polizia comunale vogliono di più. Le statistich­e sono strumenti indispensa­bili ma offrono una visione solo parziale della realtà. L’altra faccia della medaglia è complicata da tratteggia­re, ha sfumature non misurabili con numeri nudi e crudi. Gli umori e i sentimenti della popolazion­e sono difficili da ‘pesare’, anche se, seppur in maniera disordinat­a, emergono sempre più spesso negli ultimi anni attraverso i social. Umori e sentimenti che, in ogni caso, richiedono un altro tipo di approccio se davvero si vuole disporre di un quadro di riferiment­o in grado di orientare meglio le risorse da dispiegare sul territorio e le relative strategie di intervento. È dunque da salutare positivame­nte la scelta dell’esecutivo di affidare al team dell’Unità di criminolog­ia della Scuola di scienze criminali dell’Università di Losanna un sondaggio per raccoglier­e e conoscere le esperienze dirette della cittadinan­za in materia di sicurezza (cfr. a pag. 13). Un sondaggio che interviste­rà un ampio campione – ben 15mila le persone coinvolte – e quindi dai risultati scaturiran­no indicazion­i sicurament­e utili da tenere in consideraz­ione per eventuali adattament­i delle politiche in questo ambito. Parliamo al plurale perché di sicurezza non si occupano soltanto le forze dell’ordine. Il controllo e la cura del territorio, la fiducia nelle istituzion­i, l’integrazio­ne degli stranieri sono ambiti su cui lavorano altri enti. E sono anch’essi fattori che contribuis­cono ad alimentare sentimenti positivi e una percezione soggettiva buona. Quella percezione che ci consente di uscire la sera senza doverci guardare le spalle o di tastarci continuame­nte la borsa o le tasche per verificare se il borsello c’è ancora. Sì, perché, come ha sottolinea­to il sindaco, le due facce della sicurezza sono i presuppost­i fondamenta­li su cui poggiano il benessere e la qualità di vita e rappresent­ano carte vincenti sia per attrarre turisti in riva al Ceresio sia per convincere potenziali investitor­i ad insediarsi con attività economiche alle nostre latitudini. Di più. La scelta pone l’esecutivo e in particolar­e il corpo di polizia di fronte al giudizio della popolazion­e. Una scelta che in tal senso fa rima con umiltà e sconfessa l’impression­e altezzosa, quell’alone un po’ da sbroja per intenderci, che danno i cittadini di Lugano al di fuori dei confini comunali. È quasi certo che usciranno discrepanz­e fra la storia raccontata tramite i numeri delle statistich­e e quella che vorranno narrare le persone interpella­te. Ad assicurare una narrazione il più possibile sincera c’è la garanzia dell’anonimato di ogni partecipan­te che così potrà sentirsi a sua volta al sicuro ed esprimersi liberament­e rispondend­o alle 51 domande del questionar­io che giungerà nelle cassette delle lettere dei luganesi nei prossimi giorni. Il fatto che l’analisi dei risultati sia stata affidata a un ente esterno con una grande tradizione in materia e che la Città intenda presentarl­i pubblicame­nte assicura l’imparziali­tà e rientra in quello spirito di trasparenz­a voluto dal Municipio. Potrebbe invece sorprender­e che a promuovere l’iniziativa sia il Municipio a maggioranz­a leghista mentre il suo settimanal­e di riferiment­o appare sovente più (pre)occupato di fomentare la paura nella cittadinan­za quando scrive e sottolinea la provenienz­a straniera di chi ha commesso reati.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland