Consultazione ad hoc sull’accordo quadro
Il Consiglio federale incontrerà di persona le principali cerchie interessate
Circa l’accordo istituzionale con l’Unione europea (Ue), diversamente da una classica procedura di consultazione, il Consiglio federale sentirà di persona le principali cerchie interessate per esaminare vantaggi e svantaggi della bozza di accordo, per chiarire le posizioni dei principali attori e per definire una posizione sulle questioni in sospeso. Il governo si attende poi una presa di posizione scritta. In seguito, in primavera, l’esecutivo esaminerà lo stato delle consultazioni e deciderà sul da farsi. Agli incontri saranno presenti una delegazione del Consiglio federale, il segretario di Stato Roberto Balzaretti e altri esperti, ha precisato ieri in una nota il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). In occasione della sua seduta del 7 dicembre scorso, il Consiglio federale aveva preso nota dell’esito dei negoziati e del fatto che Bruxelles li considerava conclusi. Il governo aveva poi incaricato il Dfae di condurre, in collaborazione col Dipartimento dell’economia e del presidente della Confederazione Ueli Maurer, consultazioni sulla bozza di accordo. Tra le cerchie che verranno ascoltate si annoverano, in particolare, le Commissioni parlamentari della politica estera e quelle dell’economia e dei tributi, la Conferenza dei governi cantonali, i partiti politici con un gruppo parlamentare, sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro, i rappresentanti dell’economia e la comunità scientifica. In visita a Vienna lo scorso 11 gennaio, Ueli Maurer ha espresso dubbi riguardo a una rapida intesa sull’accordo quadro, sostenendo che l’intero dossier sarebbe potuto scivolare al 2020. Il ‘ministro’ delle finanze aveva quindi chiesto all’Ue comprensione per il sistema decisionale elvetico. Tuttavia aveva anche riconosciuto che la pazienza di Bruxelles era stata messa a dura prova. L’Ue ha fissato un ultimatum a metà 2019, ossia quando scadrà il riconoscimento temporaneo dell’equivalenza della borsa elvetica. Sempre nella capitale austriaca, Maurer aveva messo in guardia dall’entrare in un’ottica del prendere o lasciare, poiché vi sarebbe stato il rischio di scatenare una vertenza commerciale. Il 6 gennaio a TeleZüri aveva poi dichiarato di voler condurre trattative supplementari con Bruxelles.