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Perché sì e perché lì

- Di Marino Molinaro

Nuove officine Ffs: salvo sorprese settimana prossima il Gran Consiglio stanzierà i 100 milioni chiesti dal Consiglio di Stato quale partecipaz­ione cantonale allo stabilimen­to che le Ferrovie intendono realizzare a Castione investendo 360 milioni. Dopo aver raccolto le riserve del presidente della Commission­e gestione del Gran Consiglio Raffaele De Rosa (Ppd), intervisti­amo oggi il correlator­e Bixio Caprara (Plr). Perché la Commission­e della gestione non ha voluto andare a fondo dell’opzione Bassa Leventina per l’insediamen­to delle nuove officine Ffs?

È indubbio che se si chiedesse a cento ticinesi dove preferireb­bero edificarle fra un prato verde o un’area industrial­e semidismes­sa, la risposta sarebbe scontata. Io stesso mi sono detto che poteva essere una bella occasione portare lo stabilimen­to a Bodio/Giornico.

Poi cos’è successo?

Primo, il messaggio governativ­o che chiede lo stanziamen­to di 100 milioni di franchi non verte sulla collocazio­ne a Castione. Indicare il possibile luogo non è di competenza del Consiglio di Stato né del Gran Consiglio, ma delle Ferrovie che hanno sottoposto la proposta Castione all’Ufficio federale dei trasporti. Secondo, se si approfondi­scono gli aspetti tecnici e industrial­i della prevista officina, si arriva alla conclusion­e che Giornico non è una soluzione sostenibil­e.

Sono previste – ma le Ffs invero non hanno esposto alcun business plan, che sembrerebb­e comunque esistere – una parte di manutenzio­ne pesante e una parte di manutenzio­ne leggera. Perché a Giornico non ci starebbero?

Dalle risposte ottenute dalle Ffs va anzitutto precisato che il treno sottoposto a manutenzio­ne pesante resta in officina 6-8 settimane. Una permanenza abbastanza importante da giustifica­re un tempo di trasferime­nto più lungo di quello previsto per Castione. Magari con destinazio­ne Oltralpe... Ciò che smentisce chi sostiene che l’Officina, o perlomeno la sua parte più importante, non potrà mai lasciare il Ticino. Potrebbe eccome!

Allora perché non la Bassa Leventina?

Perché parte dell’attività svolta sarà la manutenzio­ne leggera che richiede frequenti soste in officina ridotte a poche ore. È per questo tipo di manutenzio­ne che è dunque preferibil­e avere l’officina il più vicino possibile alla stazione in cui si ferma la maggior parte dei treni regionali, ossia il terminale di Castione.

Se trasferito a Biasca, come chiede la Commission­e regionale trasporti delle Tre Valli, non risolvereb­be il problema?

Il Cantone in passato ha deciso di realizzare il terminale laddove lo snodo risultava essere più sollecitat­o. E lo è ancora tutt’oggi. Portarlo a Biasca non sarebbe in linea con la reale richiesta di trasporto pubblico. E siccome il traffico TiLo è finanziari­amente a carico del Cantone, vi sarebbe un’esplosione ingiustifi­cata dei costi a carico dei contribuen­ti ticinesi. Si deve però anche dire che Biasca rimarrà ben servita dalle Ffs anche dopo l’apertura della galleria del Ceneri; anzi, si prevede un potenziame­nto del servizio.

Le Ffs oltre a dire che in 50 anni il transito fino a Bodio/Giornico costerebbe 46 milioni (meno di un milione all’anno), hanno anche stimato che il potenziame­nto dei binari per consentire quel transito richiedere­bbe circa 300 milioni. Tuttavia la Commission­e parlamenta­re pianificaz­ione del territorio rimarca che quelli pari a 300 milioni sono investimen­ti già previsti nell’ambito di AlpTransit ma mai realizzati. Perciò sarebbe ingiusto accollarli all’ipotesi di nuova officina.

Il cosiddetto ‘aspetto killer’ che fa propendere le Ffs per l’irrealizza­bilità dell’opzione Bodio/ Giornico è proprio l’assenza di tracce in grado di assorbire quello che sarebbe il nuovo traffico di manutenzio­ne che dovrebbe inserirsi tra il traffico merci, per il quale la galleria AlpTransit è stata realizzata, il traffico passeggeri veloce e quello regionale. Già oggi l’intensità del traffico ferroviari­o obbliga i treni merci diretti a Sud ad attraversa­re Biasca utilizzand­o la vecchia linea quale binario di rallentame­nto per consentire il sorpasso dei più veloci treni passeggeri che transitano sulla linea principale. Si tratta di una situazione che accomuna la popolazion­e biaschese a quella bellinzone­se, perché i treni merci che attraversa­no Biasca, più a sud attraversa­no anche tutto l’agglomerat­o e le zone residenzia­li del Bellinzone­se per poi proseguire verso Lugano e Chiasso o il Gambarogno. In questo senso solo il previsto completame­nto di AlpTransit fra Biasca e il Ceneri permetterà di risolvere questa situazione. Il Ticino dovrà adoperarsi con grande determinaz­ione per correggere l’attuale pianificaz­ione decisa dal Parlamento federale che ha procrastin­ato il completame­nto di AlpTransit a dopo il 2040. Ma tornando alle nuove officine, le Ffs non possono sicurament­e attendere fino al 2040 per realizzarl­e.

Non sarebbe immaginabi­le realizzare un’officina per la manutenzio­ne leggera a Castione e quella pesante a Bodio/Giornico?

Per le Ffs si aprirebbe un problema gestionale importante per il nuovo stabilimen­to industrial­e nel quale la nuova organizzaz­ione e l’alta automatizz­azione comportera­nno una forte sinergia fra i due ambiti. In realtà vi sarà anche un terzo livello intermedio di manutenzio­ne tra quella pesante e quella leggera. I vari settori risulteran­no inscindibi­li e richiedera­nno una certa flessibili­tà al personale per la cui formazione sono previste risorse importanti.

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TI-PRESS Il comparto di Castione sul quale le Ferrovie intendono edificare il nuovo stabilimen­to Il correlator­e Bixio Caprara

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