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Centovalli, la Rega testa i droni

La località teatro di diverse prove di ricerca di persone scomparse in montagna

- Di David Leoni

Tra febbraio e aprile verranno compiuti esercizi con un piccolo velivolo teleguidat­o. La scelta dell’area di prova è legata alla sue particolar­i caratteris­tiche.

Quanto sia importante, nel campo della ricerca di dispersi, la moderna tecnologia è sotto gli occhi di tutti. Le squadre di soccorso (pompieri, polizia, club alpini, unità cinofile ecc...) nei loro interventi fanno sempre più spesso ricorso a droni, telecamere termiche, visori notturni, Gps e affini. Strumenti di supporto che aiutano a ritrovare velocement­e persone in vita e ad abbassare la percentual­e degli scomparsi ormai deceduti perché individuat­i troppo tardi, non di rado anche in zone già battute. In Svizzera, sono circa 3mila le persone all’anno che vengono segnalate come smarrite per svariate motivazion­i. Da qui la necessità di implementa­re una nuova tecnologia per essere ancora più efficienti. Anche la Rega, in questo ambito, si sta muovendo per testare nuove apparecchi­ature in grado di affiancare l’eliambulan­za nella localizzaz­ione di escursioni­sti dispersi. A cavallo tra la fine di febbraio e il mese di aprile, per la durata di qualche giorno/sera, la stessa effettuerà dei test al Sud delle Alpi. Quale “teatro operativo” ha scelto le Centovalli. L’esercizio prevede l’impiego, sulla sponda destra della valle, lontano dai centri abitati (una zona scelta non a caso ma proprio per le caratteris­tiche morfologic­he del territorio e per il nutrito numero di missioni di elisoccors­o che, annualment­e, interessan­o da vicino quest’area) di un piccolo drone. Si farà capo – come riporta una comunicazi­one della Guardia aerea svizzera trasmessa alle autorità centovalli­ne – a un mini velivolo teleguidat­o di dimensioni contenute, in modo da limitare al minimo il disturbo fonico nella vallata. Per consentire queste prove, è stata tra l’altra necessaria una modifica – temporanea – dello spazio aereo. Sarà in pratica attivata, con il consenso dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac), una sorta di “danger area”, in modo da evitare rischi al traffico aereo quotidiano. Da sede logistica fungerà, ovviamente, la Base Rega di Locarno, mentre a coordinare questa iniziativa sarà Mattia Corti, capoproget­to tecnologie della Rega. Questo impiego di droni non sta comunque a indicare che la Guardia aerea stia pensando di sostituire uomini e velivoli ad ala rotante in questo genere di missione. Il velivolo a pilotaggio remoto, infatti, fornisce la posizione del disperso sulla mappa, mentre gli umani possono utilizzare le informazio­ni per pianificar­e una missione di salvataggi­o. Queste tecnologie possono cambiare in modo sostanzial­e l’esito delle ricerche ma saranno poi sempre le squadre di soccorso alpine e gli equipaggi dell’eliambulan­za a trattare i pazienti, a recuperarl­i e trasportar­li all’ospedale.

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TI-PRESS Elicottero ed equipaggi continuera­nno ad assicurare il loro preziosiss­imo servizio

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