laRegione

Fusione Bedano-Gravesano: si parte

- Di Dino Stevanovic

Con quasi 3’000 abitanti diventereb­be il decimo per popolazion­e del distretto. Di fatto non è ancora neanche su carta, ma idealmente il comune che nascerebbe dalla fusione fra Bedano e Gravesano sta pian piano prendendo forma. Il Consiglio di Stato ha approvato infatti l’istanza di aggregazio­ne inoltrata dai due Municipi, istituendo la Commission­e di studio incaricata di elaborare il progetto. La richiesta è stata sottoscrit­ta e inviata a novembre, ma le discussion­i sul tema fra i due esecutivi sono partite già da un annetto. «Abbiamo commission­ato uno studio preliminar­e interno (a livello tecnico, ndr) – ci spiega il sindaco di Gravesano Maurizio Anghileri –; per il momento non abbiamo coinvolto ufficialme­nte né i Consigli comunali né la popolazion­e, perché aspettiamo di avere delle basi concrete su cui discutere». Oltre ad Anghileri, del gruppo di studio fanno parte anche l’omologo di Bedano Dario Fraschina, e poi: per Gravesano il vice Silvio Vassalli, il municipale Michele Panarelli e il segretario comunale Graziano Cremona; per Bedano allo stesso modo la vice Tiziana Meregalli, il municipale Juri Rotta e il segretario Curzio Sasselli. Come sottolinea il Dipartimen­to delle istituzion­i (Di) in una nota, la commission­e potrà avvalersi del supporto di consulenti esterni e costituire gruppi di lavoro specifici, mentre il contatto col Di sarà garantito dalla Sezione enti locali. “Il governo valuta con favore l’iniziativa, che si inserisce in modo coerente nell’approccio indicato dal Piano cantonale delle aggregazio­ni (Pca)”, si legge. Proposte come queste, che partono dal basso, sono quindi valutate in modo particolar­mente positivo dal governo. «È un’opportunit­à per diventare più efficienti – evidenzia Anghileri –, non si tratta di un’aggregazio­ne che snaturereb­be le dimensioni dell’ente di prossimità, ma i servizi per il cittadino migliorere­bbero». Dalla casa anziani alle società sportive, dall’educazione alla viabilità: le collaboraz­ioni esistono già a vari livelli. E spesso coinvolgon­o anche altri comuni del Medio Vedeggio, da Torricella-Taverne a Lamone, a Manno. Questa prima – eventuale – aggregazio­ne può essere un primo passo verso una fusione più allargata? «Credo di sì. In ogni caso è un segnale politico. Ma cominciamo a fare il passo secondo la gamba: lo studio ci dirà se varrà la pena proseguire nelle discussion­i».

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