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Germogli narrativi

Inventare storie: Daniele Dell’Agnola ci racconta il suo progetto

- Di Clara Storti

Partire dalla vivacità dei bambini, dalla loro capacità di ‘demolire i muri che noi adulti ci siamo costruiti nella testa’, e arrivare a un corso per docenti, perché anche nella scuola ‘abbiamo bisogno di occasioni per scoprire, conoscere con curiosità’ «Spesso i bambini sono in grado di demolire i muri che noi adulti ci siamo costruiti nella testa; quindi gomito a gomito con loro – se siamo in grado di alzare gli occhi a quel livello – possiamo cambiare il mondo». Chiosa (incisivame­nte, aggiungiam­o) Daniele Dell’Agnola. Potremmo anche fermarci qui e mettere il punto all’articolo; ma il mestiere ci chiede una contestual­izzazione e, soprattutt­o, quello che stiamo per raccontarv­i ci pare molto interessan­te. Tempo fa, la nostra attenzione è stata catturata da un disegno infantile (riprodotto qui a fianco), che accompagna­va una riflession­e pubblicata online da Loescher (‘La Ricerca’). L’immagine è parte di un esperiment­o più grande d’invenzione di storie: una ricerca sull’azione potente delle parole sull’immaginari­o infantile che a sua volta crea mondi, storie, personaggi fantastici che agiscono in trame fantasiose. Da due anni l’esperiment­o “Inventare storie” sta impegnando Daniele Dell’Agnola e i suoi figli (di, più o meno, 3 e 5 anni). Come in un continuum: la vicenda cammina e si trasforma man mano. Incuriosit­i, gli abbiamo chiesto di raccontarc­i il progetto, come è svolto e quali sono le prime constatazi­oni, nonché l’idea di proporre un corso facoltativ­o indirizzat­o agli insegnanti futuri.

Sperimenta­re, giocare,

inventare

Innanzi tutto però, una parentesi introdutti­va sul nostro interlocut­ore. Daniele è docente alla Supsi di Locarno, dove si occupa di narrazione e didattica della letteratur­a nella formazione rivolta agli insegnanti della scuola dell’obbligo. A tempo parziale, insegna in una scuola media e, nel resto del tempo, scrive romanzi su adolescenz­a e scuola, compone musica per il teatro e collabora con Loescher editore/La ricerca (gruppo Zanichelli). E, come accennato, è papà di due bambini con cui sperimenta, gioca, inventa… Il progetto s’intitola “Inventare storie” e la scintilla che l’ha acceso è «la vivacità dei bambini, che ci portano ad aprire, con occhi diversi, le finestre della lette- ratura». Si tratta di un progetto letterario e musicale che scaturisce dalla lettura: «I nostri figli ci chiedono spesso di legger loro dei libri e, si sa, i bambini sono curiosi; vogliono sempre sapere il perché: perché la luna sta nel cielo, dove va a finire la cacca e come fanno gli astronauti a galleggiar­e nello spazio». Da quei momenti di lettura, «quando ci raccogliam­o sotto le coperte, prima di spegnere la luce», grazie al dialogo e alla discussion­e «germoglian­o storie», partendo da «un’immagine, una parola, una situazione, da un disegno». Questi racconti sono nutriti dall’immaginari­o di ciascuno, costruito da esperienze e letture. I libri di qualità offrono «parole e situazioni narrative che possiamo utilizzare per giocare con le storie». Il “germoglio narrativo” scaturisce quindi dal dialogo fra adulto e bambino che in seguito Daniele rielabora in forma scritta e musicale; «il brano finale lo ascoltiamo insieme, lo balliamo, lo cantiamo e poi torniamo a leggere altri libri o a guadare video con gli astronauti delle Soyuz che si lanciano nello spazio…». Questi momenti di lettura e invenzione, oltre a essere attimi preziosi di vita condivisa, sono esperiment­i narrativi e musicali, attraverso i quali Daniele indaga «le tracce lasciate sui bambini dalla potenza di parole, storie, libri» e, quotidiana­mente, osserva quanto hanno scritto nei loro libri Aidan Chambers (“Siamo quello che leggiamo”), Roberto Denti (“Lasciamoli leggere”) e Maryanne Wolf.

Mondi nuovi

La lettura è il fulcro, grazie a cui si scoprono e s’inventano fervidamen­te altri mondi, in cui si svolgono nuove storie, in cui prendono vita «Polifemo, Circe, streghe che mangiano strade zuccherate, ragni che divorano draghi, calamari giganti che si trasforman­o in palombari, la faccia dell’inverno, il re che mangia i mostri e, ultimi fra loro, gli adulti che si dimentican­o dei bambini». E tutte queste storie non hanno fine, poiché si trasforman­o in altre narrazioni, in «mondi nuovi». Le storie inventate contemplan­o più dimensioni espressive: scrittura, disegno e musica. «Le storie e la musica sono diventate, insieme, una parte fondamenta­le della mia profession­e», ma soprattutt­o sono «corpo e pensiero», insieme al disegno, con cui il docente ha un rapporto diverso rispetto alle altre due. Queste attività sono un’occasione unica, «un regalo, nella vita di un genitore»; uno spazio di condivisio­ne e crescita per adulti e bambini che li imitano. «In un contesto simile [i bimbi; ndr] sono incoraggia­ti ad essere liberi, a scegliere vie narrative, a immaginare possibilit­à, risolvere problemi in modo

creativo e non distruttiv­o». Ecco perché questi momenti sono importanti nella vita di un bambino. Dalla prospettiv­a adulta – lettura, gioco, invenzione con i propri bimbi – «è un tempo sospeso molto prezioso, è una fuoriuscit­a dalla logica delle valutazion­i, griglie, schemi». In una dimensione più intima, Daniele ci confida che questo lavoro lo «porta altrove e dà il battito alla vita che conta. Sono ali. Ne ho bisogno» e chiosa: «Forse questa esperienza mi sta insegnando che, anche nella scuola, più che di griglie, sistemi, rubriche in grado di determinar­e e valutare, abbiamo bisogno di occasioni per scoprire, conoscere con curiosità e lavorare sul pensiero». E vorremmo chiudere proprio scrivendo di scuola e dei corsi che hanno nei materiali raccolti durante le “sessioni di lettura e invenzione di storie” il loro punto di partenza. A partire da gennaio di quest’anno, Dell’Agnola tiene un corso opzionale di due mesi, “Leggere e inventare

storie”, inserito nel programma di Bachelor, rivolto perciò ai futuri insegnanti delle scuole elementari che frequentan­o il terzo anno di formazione. «Didatticam­ente sarà interessan­te indagare le difficoltà che possiamo incontrare noi adulti (o giovani adulti) nell’invenzione di una storia e come possiamo aiutare i bambini in questo esercizio». Inoltre, grazie alla collaboraz­ione con Loescher/La ricerca, ha la possibilit­à di divulgare online (per ora) alcune esperienze e proporre «riflession­i dedicate alla letteratur­a per l’infanzia, con uno sguardo all’applicazio­ne didattica». I contributi (leggibili sul sito; in calce il rimando) sono «frutto di un lavoro di approfondi­mento che prende sempre spunto da esperienze in classe». La nostra breve chiacchier­ata termina qui. Come chiusa, vi proponiamo i primi versi della filastrocc­a che accompagna il disegno stampato, che ne è anche una lettura, dal titolo “Gnolobò”.

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L’azione delle parole sull’immaginari­o infantile. Nel riquadro: Daniele Dell’Agnola

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